Stupro Palermo: il giallo dei destinatari del video
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sullo stupro di Palermo e in particolar modo sulle indagini verso i destinatari delle riprese fatte da Angelo Flores.
L’attenzione degli investigatori è tutta puntata sui video. Vogliono capire a chi Flores abbia mandato filmati su cui sono impresse le sequenze della violenza e, soprattutto, quale sia stato il loro uso. In altre parole dovranno accertare se la loro diffusione era limitata solo ai sette indagati oppure se qualcuno li ha poi girati a terzi soggetti che li hanno a loro volta pubblicati a pagamento in siti per adulti o attraverso piattaforme di messaggistica dove gruppi di decine di migliaia di persone hanno cercato di trovarli. Le immagini sono state sicuramente passate ad altri ma resta il dubbio sulla possibile vendita del film dell’orrore. Era stato Angelo Flores, il più anziano di tutti con i suoi 22 anni, il cameraman della violenza di gruppo ai danni della diciannovenne, in una chat di WharsApp con un amico a spiegare di avere intenzione di condividerli con altre persone.
«L’abbiamo incontrata alla Vucciria con tutti gli amici miei ed è finita a schifo, lei era tutta ubriaca, l’amica sua l’ha lasciata sola, voleva farsi a tutti. Alla fine gli (le, ndr) abbiamo fatto passare il capriccio, ce la siamo portati e ‘nna scricchiammu tutti», raccontava al suo interlocutore che, incurante della sorte della ragazza, era preoccupato per gli stupratori e dava consigli:
«Questa non è che spunta che l’avete stuprata. Infatti stai attento a questi video», diceva rivolto a Flores. «Ma infatti adesso li sto eliminando tutti, li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non ne voglio sapere niente di questa storia», rispondeva il ventiduenne che, davanti ai giudici, ha fatto il nome dei suoi complici, ammettendo di aver ripreso tutto ma negando di aver partecipato allo stupro.