L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sullo stupro di Palermo riportando alcune parole della 19enne vittime di violenze.
«Era meglio se quella donna si faceva i fatti suoi e non chiamava l’abulanza. Non avrei denunciato, era meglio se stavo zitta», è lo sfogo — a tratti drammatico – della diciannovenne vittima dello stupro di gruppo avvenuto lo scorso 7 luglio al Foro Italico. La ragazza, che recentemente ha lasciato la comunità siciliana a cui era stata affidata per essere trasferita in un’altra del centro Italia, ha continuato a fare sentire la propria voce, raccontando la sua verità attraverso una serie di dirette su Instagram e TikTok a cui partecipano centinaia di utenti che, oltre alla sua identità, ormai conoscono molto di lei.
Ha svelato di aver subito in passato altri abusi, di essersi allontanata dal padre e di essere già stata in una comunità per minorenni, si è commossa parlando della morte della mamma dopo una grave malattia e soprattutto ha confessato di essersi pentita ad aver denunciato e di sentirsi sola, anche se vuole iscriversi all’università e lavorare.
Ma ha anche ammesso di essere pronta a sostenere l’incidente probatorio fissato per il 3 ottobre e soprattutto ha rivelato alcuni particolari della serata dell’orrore puntando il dito in particolare su uno dei sette ragazzi che le hanno usato violenza: «Una certa persona ha or- ganizzato tutto, si erano messi d’accordotra di loro, leggetevi i verbali e le intercettazioni per capire cosa mi hanno fatto», è stata la risposta a una delle tante domande poste dai suoi interlocutori sul web.