Stupro a Palermo, Lagalla: “Società senza etica. Carenza di uomini e mezzi ma la città è sicura”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sullo stupro di gruppo avvenuto a Palermo e riporta le parole del sindaco Lagalla.
Difende la sua Palermo e condanna il gesto di un gruppo di balordi senza etica: «Quel che è accaduto poteva succedere a Milano, Torino o Venezia. Non è lo spaccato di una città brutale e indifferente, ma di una società dove dilaga la violenza cieca e ingiustificata contro le donne». Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, si trovava fuori dalla Sicilia quando ha appreso la notizia dello stupro di gruppo ai danni di una diciannovenne, adescata alla Vucciria e violentata al Foro Italico, nel cuore della città che amministra da un anno e due mesi.
Una ragazza presa in trappola dal branco ma nessuno è intervenuto. Palermo è una città insicura? «Non bisogna cadere nel solito errore. Fatti ignobili e bestiali come questo si verificano in tutte le città metropolitane. Sono vicende che meritano la peggiore condanna, ma hanno a che fare con il momento di disagio sociale che sta attraversando la nostra società. Ogni grande città offre anfratti dove si può consumare una tragedia. Non dobbiamo mettere sul banco dei colpevoli sempre la mancanza di controlli, né è pensabile che si possa presidiare ogni angolo 24 ore su 24».
I residenti, però, denunciano da anni l’insicurezza del centro storico. Mancano i controlli? «La Vucciria è oggetto di controlli periodici da parte di forze dell’ordine e polizia municipale. Il numero di interventi è stato altissimo nell’ultimo anno. Non è possibile il presidio costante perché la città è vasta ed esiguo il numero delle persone addette alla sicurezza. La ragazza poteva essere adescata ovunque e non è possibile mettere un carabiniere dietro ogni cittadino. Esiste qualcosa che nella vita si chiama etica e autocontrollo che la nostra società sta perdendo. Certo, bisogna dare maggiore impulso alle azioni di controllo del territorio, ma non si organizza né in una notte né in una settimana».
In città ci sono decine di luoghi abbandonati e pericolosi come quello del Foro Italico. Cosa pensate di fare? «Ce ne sono tanti e tanti ne abbiamo già eliminati in viale Regione Siciliana, via Roma, via Guardione, dopo anni di incuria e incapacità della precedente amministrazione. Il cantiere del Foro Italico è finanziato da risorse regionali. Abbiamo inviato alla Regione la richiesta di una integrazione delle risorse e siamo in attesa di risposta. Non escludiamo di poterlo finanziare con risorse comunali ma dobbiamo prima approvare il consuntivo».
Da padre si sente sicuro quando i suoi figli sono in giro per la città che amministra? «Sento il problema e mi preoccupo finché i miei ragazzi non sono rientrati. Confido molto nel loro senso di responsabilità e in quello di tutti i palermitani. Ma se guardiamo alle statistiche sulla criminalità, dobbiamo riconoscere che Palermo non è tra le città italiane più insicure. Dobbiamo preoccuparci piuttosto di ciò che sta accadendo sul fronte dell’etica dei valori personali».