Stroppa presenta Cosenza-Cremonese: «Brescia e Palermo sono sul nostro stesso piano. Non dobbiamo sorprenderci del risultato»

Il tecnico grigiorosso Giovanni Stroppa ha parlato delle aspettative e degli obiettivi stagionali alla viglia della sfida contro il Cosenza:

«Le aspettative sono quelle della scorsa stagione. Addirittura, da quanto leggo, la Cremonese non deve nemmeno partecipare al campionato perché l’ha già vinto, ed è assurdo. Cercheremo di interpretare un ruolo da protagonisti e credo che per noi sarà ancora più difficile della scorsa stagione, perché dobbiamo assolutamente migliorare quanto di straordinario fatto l’anno scorso e per farlo bisogna superarsi a livello tecnico e mentale. Insieme a noi ci sono 7,8, 10 squadre fortissime come noi, più altre che possono essere outsider. Per partire con il piede giusto dovremo essere bravi in tutte le fasi contro una squadra forte, aggressiva e in salute, come il Cosenza visto contro il Torino. Bisogna affrontarla col piglio giusto.

Il Cosenza? A me non sembra una squadra con problemi in campo, ciò che succede al di fuori non lo prendo in considerazione. Sono in salute, hanno giocatori che possono mettere in difficoltà: per questo serve la cattiveria giusta e conoscere le insidie di qualsiasi avversario. L’anno scorso ci ha insegnato che si può perdere con tutti, bisogna sempre mettere in campo una mentalità straordinaria nel fare le cose.

Come sta la Cremonese? Arriviamo molto bene, al di là delle gambe pesanti viste sabato scorso contro il Bari. Questa settimana abbiamo cominciato a riposare il giusto, con un allenamento al giorno, e abbiamo smaltito i carichi. Saremo più brillanti della settimana scorsa, i nuovi stanno bene e Bonazzoli sta incrementando il lavoro con la squadra. Sono tutti disponibili tranne Buonaiuto, acciaccato, e Vazquez squalificato.

Brescia-Palermo? Ripeto che è difficile giocare con tutti. Quando si inizia un campionato si apre un nuovo percorso: il Brescia, per esempio, è una squadra fortissima che l’anno scorso dall’arrivo di Maran ha fatto qualcosa di devastante, valorizzando tanti giocatori. Brescia e Palermo sono sullo stesso piano della Cremonese, in questo senso sono gli episodi a fare la differenza. Non dobbiamo sorprenderci del risultato, fa parte del calcio.

Cosa bisognerà ripetere della sfida al Bari? Avvicinandoci alle partite ufficiali entriamo nelle settimane tipo e possiamo avere più brillantezza. Con il Bari potevamo far girare meglio la palla, il resto è stato condizionato dal campo e dalle gambe e spero di poter migliorare già a partire da domani. Sarà importante avere qualità davanti, nelle giocate, nei duelli e nel concretizzare le occasioni create.

Inizialmente abbiamo provato qualcosa di diverso per necessità, ma con consapevolezza. Le cose che abbiamo fatto fino alla scorsa stagione dimostrano che i numeri della Cremonese non sono confrontabili con nessun’altra squadra del campionato, sia in fase offensiva che difensiva. Vogliamo mettere i giocatori nel posto giusto per esaltare le loro qualità.

Come si può essere più verticali? “È l’avversario che ci fa fare certe scelte, bisogna essere bravi a muoverlo e tagliarlo fuori. La squadra mi sembra verticale: l’occasione di De Luca contro il Bari, su lancio di Fulignati e assist di Barbieri è verticale. Se poi dovessimo tenere palla per 95 minuti saranno gli altri a dover rincorrere.

Rispetto al mercato risponderà il direttore Giacchetta, io dico solo che per il momento sono soddisfatto. La squadra è competitiva e può diventarlo ancora di più, non per forza attraverso ulteriori operazioni”.

Campagna abbonamenti? Mi piacerebbe che i tifosi fossero sempre di più. Ripeto di sentirmi molto dentro al progetto, alla città e ai tifosi, dopo Venezia ho ricevuto riconoscimenti da parte di chi è venuto ed è stato bellissimo. Le responsabilità sono sicuramente maggiori, voglio dare il massimo e fare l’impossibile per portare gioia a questa piazza.

Quanto conta avere un’ossatura? È il motivo per cui continuare a lavorare qui. Mi basta guardare i ragazzi negli occhi per vederli giocare a memoria, e questa capacità rappresenta senza dubbio un vantaggio. In più agevola il nostro percorso di apprendimento e ci dà la possibilità di far entrare più velocemente chi arriva da fuori. Chi ben comincia è a metà dell’opera, ma in ogni caso c’è un campionato davanti. Abbiamo la serenità di aver fatto una preparazione importante, senza infortuni gravi e potendo dare continuità al lavoro fisico».