L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un’intervista a Roberto Stellone il quale si è espresso sulla sua esperienza in rosanero e sul Palermo di oggi.
Palermo arrivò qualche anno dopo. «Subentrai due volte, comunque un’esperienza bellissima per l’importanza della città. Il primo anno arrivai per sole 8 gare, ma arrivammo alla finale play off persa in quel modo». La seconda volta invece c’era il caos, Zamparini stava per mollare, Foschi faceva il presidente, a gennaio aumentò la confusione. «La squadra era ottima, molti sono in A, ma l’ingresso degli inglesi nel club complicò tutto. Si creò una situazione pesante ma il gruppo era con me. Venni mandato via dopo un pari col Padova ma avevo appena battuto Benevento e Verona». Un altro mese e quella società scomparve.
Oggi c’è un altro Palermo, gratificato dal rapporto con una casa madre d’eccezione, il City Group. Ieri la società ha ufficializzato che la prossima settimana la squadra, durante la sosta, sarà ospite all’Etihad Campus di Manchester, il quartier generale degli sky blues di Guardiola. Stellone approva: «Avere una simile realtà alle spalle dà garanzie. A Corini però si deve dare tempo. Dopo le dimissioni di Baldini, il Palermo si è mosso bene sul mercato ma per assimilare nuovi arrivi e cambio modulo possono servire 3 mesi». Tira fuori un paragone curioso: «Il telecomando della nostra Tv lo troviamo anche al buio, ma se lo cambi devi accendere luce… I nomi acquistati sono importanti, ma in B vanno incastrati molti fattori per fare bene». Stellone si distenderà sul divano e si godrà la sfida di Frosinone: il ricordo di quella serata controversa e che riempì di delusione lui e i tifosi rosa gli resterà dentro. Ma sempre più sfumato.