Stasera Italia-Macedonia, Zenga: «Mancini merita di vincere il Mondiale. Il calore di Palermo ci aiuterà»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Italia che questa sera affronterà la Macedonia e lo fa attraverso le parole di Zenga.

Walter Zenga non ha dubbi: l’Italia batterà sia la Macedonia sia la vincente di Portogallo-Turchia e andrà al Mondiale. «Io ho fiducia e non ho cambiato idea: ci qualificheremo e magari in Qatar vinceremo» ha detto da Dubai, dove vive facendo la spola con l’Italia. Opinionista tv tra i più apprezzati, in attesa di trovare una panchina, l’Uomo Ragno si gode la famiglia (ieri era a vedere l’allenamento del figlio Walter junior, eletto giocatore del mese nell’Academy che frequenta) e stasera davanti alla tv tiferà per l’amico Mancini e gli azzurri. È convinto che ci sarà il lieto fine, anche se la strada si è complicata dopo che non siamo riusciti a battere la Svizzera.

Zenga, che programmi ha per stasera? «Chiaramente guarderò la Nazionale. Se fossi stato in Italia, sarei andato a Palermo a fare il tifo per gli azzurri».

Il Barbera lei lo conosce bene. «Ci ho giocato con la Nazionale e ho allenato il Palermo. È uno stadio che, strapieno come sarà, trasmetterà grande entusiasmo e calore. Con l’Italia ho sempre trovato un grande sostegno da parte della gente».

Il pronostico, per quel che può contare, è favorevole agli azzurri. È d’accordo?
«Ha detto bene… “Per quel che può contare”. Secondo me in una gara secca non c’è una favorita e può succedere qualsiasi cosa. È un discorso diverso, per esempio, dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia del 19 aprile: giocando in casa dell’Inter e avendo pareggiato per 0-0 all’andata, il Milan ha due risultati su tre e può fare dei calcoli. Stasera, invece, conterà solo vincere. E il fattore campo non è sempre determinante: il Portogallo ha perso la finale dell’Europeo in casa contro la Grecia e poi ha vinto Euro 2016 in Francia contro i padroni di casa favoriti; l’Italia ha trionfato all’Euro 2020 in Inghilterra contro gli inglesi. Nel calcio, in 90’, può succedere di tutto».

Cosa pensa della Macedonia? «È una nazionale giovane che però ha già fatto qualcosa d’importante nella sua storia. Leggendo i nomi dei suoi convocati e le formazioni dove militano, non mi sembra un’avversaria da sottovalutare. Anzi… L’Italia dovrà affrontare il match con grande attenzione anche perché loro hanno notevole qualità e un grande senso d’appartenenza: quando allenavo la Stella Rossa e in Europa andavamo a sfidare in trasferta le big, l’orgoglio dei miei veniva sempre fuori. Ecco perché dico che la Macedonia darà più del 100%».

L’assenza di Elmas però sarà un vantaggio per Mancini. «Certamente. Meglio non averlo contro uno così».

Anche l’Italia, a livello di defezioni ed elementi non al top, non se la passa bene.
«Vero, ma mi sono piaciute le parole di Mancini che ha detto di non voler fare esperimenti né inventarsi niente. Giusto così perché abbiamo vinto l’Europeo e siamo arrivati a questi spareggi per colpa di due rigori sbagliati, non perché abbiamo una squadra scarsa. Il nostro valore lo abbiamo dimostrato in Inghilterra a luglio e dobbiamo ricordarcelo quando scenderemo in campo contro la Macedonia e, speriamo, martedì per la finale che varrà un posto al prossimo Mondiale. Anche giocare due incontri così in cinque giorni non sarà uno scherzo. A livello internazionale però abbiamo l’esperienza e la qualità per far bene».

Come si prepara un play off così “intenso”? «Focus solo sulla prima sfida anche perché non è scontato giocare la seconda, almeno con in palio la qualificazione al Mondiale. Bisogna dare tutto contro la Macedonia, senza calcoli o pensieri rivolti ad altro».

Da ex portiere a portiere: cosa si sente di dire a Donnarumma, che sta attraversando un momento delicato al Psg? «Il suo contro il Real Madrid in Champions non è stato un errore da portiere, ma un errore frutto di una situazione di gioco. Nel primo tempo aveva fatto una grande parata su Benzema, che tutti hanno dimenticato, e se siamo diventati campioni d’Europa lo dobbiamo anche a lui. Il discorso piuttosto è un altro».

Vada avanti. «Secondo me tra poco Gigio dovrà decidere il suo futuro perché non credo che possa stare un’altra stagione a giocare il 50% delle partite. Non mi sembra una situazione ideale per lui».

Quanto peseranno le assenze di Chiellini e Bonucci? «Saranno assenze straordinariamente importanti per il loro valore, ma prima o poi queste assenze ci saranno… per sempre. Non sono eterni e smetteranno di giocare. Gianluca Mancini e Bastoni possono fare bene e danno garanzie per il futuro».

D’accordo che in mezzo al campo il palleggio di Barella, Jorginho e Verratti può mettere in crisi i nostri avversari? «Sono tre top incredibili e soprattutto hanno dalla loro l’abitudine a giocare in club importanti ogni tre giorni. Quest’ultimo può essere un fattore chiave perché contro la Macedonia ci sarà da gestire i momenti, da non perdere la bussola se un episodio non sarà favorevole».

In avanti, senza Chiesa, ci affidiamo a Berardi, Immobile e Insigne. È però inevitabile chiedere al laziale, capocannoniere del campionato, ma spesso criticato in azzurro, i gol che ci porteranno al Mondiale. «Partiamo da un presupposto: Immobile non si discute. Mi è sempre piaciuto come centravanti e, anche se nella Lazio gioca in maniera differente e ha più spazi da “attaccare”, pure per l’Italia è una garanzia, una certezza. Ciro farà bene, ne sono convinto».

È ottimista anche per la qualificazione al Mondiale? «Certo che lo sono. Io me la gioco fino alla morte e continuo a ripetere quello che dico da tempo ovvero che l’Italia andrà in Qatar e magari vincerà anche il Mondiale».

Che messaggio vuole inviare a Mancini? «Amico mio, adesso vai avanti tu. Conduci tu gli azzurri dove tutti i tifosi sperano che arrivino».

Da giocatore, però, Mancini non ha mai avuto un buon rapporto con i Mondiali… «Una volta (a Italia ’90, ndr) eravamo insieme, siamo arrivati terzi e non è mai sceso in campo. Speriamo che incassi il credito che ha con la Coppa del Mondo dopo che la scorsa estate si è “vendicato” di Wembley: lì aveva perso una Coppa Campioni con la Sampdoria e ha alzato la coppa a Euro 2020».