Stasera Italia-Macedonia. I cinque figli di Palermo e quella carica speciale. Un orgoglio particolare per una città che manca dalla Serie A da 5 anni

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui 5 ex rosanero che questa sera tornano al Barbera con la maglia azzurra.

Quei 5 figli di Palermo che compongono la nazionale di Mancini. Sirigu, Emerson, Cristante, Joao Pedro, Belotti. Tutti transitati da un’esperienza rosanero, chi più, chi meno (per Cristante poco più di una comparsata), certamente con un peso individuale diverso nella sfida di stasera (il solo Emerson dovrebbe essere titolare) ma comunque con una storia da raccontare in questo stadio scelto appositamente per spingere l’Italia verso il Mondiale. Una concomitanza singolare, soprattutto se tenete conto che il Palermo è scomparso dalla geografia della serie A da ben 5 anni (ultima stagione il 2016/17) dopo aver fatto sognare la città negli anni d’oro della presidenza Zamparini. Anche per questo, pesa di più l’assenza del patron friulano, andato via appena 50 giorni fa.

Svezzati. Non si può parlare di “picciotti” nel senso letterale del termine (nessuno di loro è nato in Sicilia), ma sul piano calcistico quasi tutti sono stati lanciati a certi livelli proprio dal Palermo. Per due di loro, Belotti e Joao Pedro, Palermo è anche un fortissimo legame di cuore dato che hanno trovato moglie qua (Giorgia e Alessandra). Sirigu era il portiere della Primavera rosanero che nel 2009 Walter Zenga promosse senza timore: disputò due stagioni eccezionali culminate con la finale di Coppa Italia persa dall’Inter all’Olimpico per poi passare al Paris St. Germain assieme a Pastore. Nel 2010 c’era anche Joao Pedro, una delle tante speranze che Zamparini amava prendere dal Sudamerica. Ma a soli 19 anni l’attaccante era chiuso da grandi talenti: mise assieme 3 presenze in Europa League e 11′ in campionato, entrando al posto di Ilicic, guarda il caso, proprio a Cagliari dove avrebbe poi trovato fortuna. Andrea Belotti a Palermo è esploso, grazie all’intuizione di Giorgio Perinetti, allora ds, che con i rosa in B (2013) preferì il semisconosciuto ragazzo dell’Albinoleffe all’esperto Ardemagni. Il Gallo ci mise poco a conquistare il Barbera, 10 gol e promozione, coppia da sogno con Dybala. Partito Paulo, sembrava dovesse esserne il naturale prosecutore, invece Zamparini, con il club che dava i primi segnali di crisi, lo cedette al Torino per appena 8 milioni di euro. Infelice la parentesi siciliana di Bryan Cristante, arrivato nel gennaio 2016 in piena baraonda di panchine: 90′ totali, 4 presenze, tutte in trasferta. Con la maglia rosanero non ha mai giocato al Barbera.

La spinta di Emerson. L’ex rosa su cui Mancini fa maggior affidamento è quello che ha la storia più strana: Emerson Palmieri arriva in serie A grazie al Palermo nel 2014, non giocherà mai titolare ma i suoi 9 ingressi mettono in mostra un giocatore duttile e con ottime potenzialità. Il tecnico Iachini dà l’ok per la conferma e lo prevede titolare nella stagione successiva ma un inghippo burocratico fa scadere i termini per il rinnovo del prestito. Emerson si libera, torna al Santos, da lì passerà alla Roma e al Chelsea e, grazie alle origini italiane da parte di madre, diventerà campione d’Europa con gli azzurri, giocando titolare dopo il ko di Spinazzola. Stasera nello stadio che lo ha visto svezzarsi sarà una delle armi cui si affida il ct. E Palermo avrà un motivo in più per stringersi attorno alla squadra.