Stasera Italia-Macedonia. Chi tira i rigori? Mancini non ha dubbi

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara di questa sera tra Italia e Macedonia.

I rigori danno, i rigori prendono. I rigori possono regalare un Europeo oppure costringerti ai playoff per il Mondiale. Quella dell’Italia con i rigori è una storia d’amore e odio: abbiamo perso il Mondiale ‘94 e vinto quello 2006, sono stati una maledizione e una benedizione. A Wembley gli Dei del dischetto erano azzurri: Italia-Spagna e Italia-Inghilterra, semifinale e finale, erano finite 1-1 al 120’, ma ai rigori siamo stati più bravi noi. A tirare e soprattutto a parare con Gigio Donnarumma. Svizzera-Italia e Italia-Svizzera, qualificazioni mondiali, non si sono scostate invece dallo 0-0 e dall’1-1, sebbene Jorginho ne avesse avuti due a disposizione, di quelli che non sbagliava mai. Sbagliati. E ora siamo qui, tra Palermo, Oporto (Portogallo) e Konya (Turchia), sperando proprio di non dover ricorrere agli undici metri.

Trionfo inglese Donnarumma a Wembley ha fermato i tiri di Morata, Sancho e Saka. In più Olmo ha tirato alto e Rashford sul palo. Il nostro portierone ha ipnotizzato i tiratori. Fino a quel giorno Jorginho era stato un computer. Cinque rigori per gli azzurri, tra amichevoli, qualificazioni e Nations League, e cinque gol. Nella famosa “lotteria” con la Spagna ancora lui era stato infallibile, anzi aveva firmato quello decisivo del 4-2: azzurri irraggiungibili, l’italo-brasiliano un’assicurazione. In finale con l’Inghilterra, per la verità, un primo segnale d’allarme. Aveva ancora lui il tiro del successo, tutti pronti all’urlo “campioni”, e invece se l’era fatto parare da Pickford. Per fortuna Donnarumma aveva chiuso la strada a Saka, senza rendersi conto che quella era stata la parata vincente.

Disastro svizzero Poi il mondo s’è capovolto. Donnarumma non ha avuto bisogno di esibirsi dagli undici metri, i difensori hanno fatto buona guardia. Ma Jorginho sì. Svizzera-Italia il 5 settembre a Basilea, noi decisamente migliori, rigore al Var all’8’ della ripresa: Jorginho si fa stoppare da Sommer. Succede anche nelle migliori famiglie, non è da questi particolari che eccetera. Ma la storia si ripete al ritorno all’Olimpico, il 12 novembre: 1-1 al 90’ e ancora rigore al Var. Al 90’: sarebbe stato qualificazione, fine dei giochi, e adesso una bella amichevole. Invece tiro alle stelle. Jorginho era tra i candidati a Pallone d’oro e Best Fifa: non è escluso che il doppio scivolone gli sia costato qualche voto. Anche Donnarumma, miglior giocatore dell’Euro, e miglior portiere del mondo, non s’è goduto il post-Europeo: costretto alla convivenza con Keylor Navas per una maglia nel Psg, ora criticato per l’errore (o era fallo?) contro il Real Madrid.

Oggi chi tira? E se oggi servisse un rigorista? Il c.t. Mancini non si sbilancia: «Dopo i due sbagliati con la Svizzera mi sembra ne abbia segnati sette di seguito… Abbiamo tanti rigoristi. Saremo pronti a tirarlo, l’importante è fare dei gol». Il che non risolve l’enigma su chi andrà dal dischetto nel caso in cui. Jorginho sembra impermeabile alle emozioni. Di sicuro è stato il simbolo dell’Italia fino al doppio stop con la Svizzera, l’indispensabile, il collettore di gioco. L’Italia è fondata sul lavoro e sul doppio play, lui e Verratti: con Mancini è stato il più presente (37 gare su 46) e quello con più minuti (3.194’). Donnarumma è il secondo per minuti (3.162’) e, con 35 “gettoni”, oggi raggiunge Chiesa e “vede” Bonucci a 36.

Ritorno in Italia L’Italia da conquistare nei playoff e poi l’Italia dove, forse, tornare. Non è detto che Donnarumma resti al Psg, probabile che questa sia l’ultima stagione di Jorginho al Chelsea. Ieri ha parlato il suo agente Joao Santos: «Sogna un ritorno in Italia. Il suo cuore è qui. Può giocare con Milan, Inter, Juve, Roma o Napoli». Forse s’è allargato un po’, ma l’impressione è che lo rivedremo presto.

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Redazione Ilovepalermocalcio