MILANO – Ripasso di storia azzurra per Cesare Casadei. Il miglior giocatore dell’ultimo Mondiale Under 20 ha dovuto cercare su YouTube il celebre urlo di Tardelli al Bernabeu, uno dei momenti più iconici della Nazionale italiana. Un’epoca diversa, senza calcio in 3D, ma già con la brillantezza dei televisori a colori e l’Italia di Bearzot che giocava un calcio moderno e coraggioso, con due punte come Rossi e Graziani, il talento di Bruno Conti, il numero 10 di Antognoni e le incursioni di Cabrini.

Come riportato da Il Corriere dello Sport in un articolo di Fabrizio Patania, la memoria collettiva calcistica è cambiata, e così anche i riferimenti dei più giovani. Riccardo Calafiori, rispetto a Casadei, è più “aggiornato”: nei suoi ricordi ci sono i campioni del mondo del 2006, il gol di Del Piero a Dortmund – dove l’Italia tornerà domenica – e l’Europeo del 2012 con Balotelli che mostrava i muscoli dopo la doppietta alla Germania. Tuttavia, il confronto con i tedeschi non è più così favorevole: l’ultimo successo risale a tredici anni fa. Gli ultimi sei scontri diretti raccontano di quattro pareggi e due sconfitte, compreso il pesante 5-2 subito dall’Italia di Mancini nel giugno 2022 e il 4-1 di Conte a Monaco nel 2016.

Ecco perché Spalletti, stasera a San Siro, avrà il compito di misurare lo “spread” azzurro rispetto alla Germania. «È una partita di confine – sottolinea Il Corriere dello Sport – che va oltre la storia e il palmarès. Serve a capire il livello di crescita della squadra e quali sono le prospettive, anche in vista del cammino verso il Mondiale 2026».

Il piano tattico di Spalletti e il valore del test
Dopo la rinascita nel settembre scorso al Parco dei Principi, con la vittoria sulla Francia, gli Azzurri hanno subito un’altra lezione dai Bleus nell’ultimo match della fase a gironi della Nations League, che ha consegnato ai francesi il primato. Forse, come sottolinea Patania su Il Corriere dello Sport, è il momento di tenere la testa bassa e pedalare. Spalletti ha preparato una squadra che deve essere in grado di correre, sacrificarsi e ribaltare le azioni, alternando pressing alto e difesa compatta. La speranza è riposta nella velocità di Kean e nelle giocate di Raspadori.

In questa fase, più dell’Inter scudettata o dell’Atalanta di Gasperini, a dare una mano al CT è stato il suo vecchio Napoli. Il lavoro di un mese in coppia con Lukaku ha restituito un Jack Raspadori più brillante e pronto per incidere. Ma Spalletti arriva alla sfida con qualche problema in più del previsto: Dimarco è fuori e Cambiaso resta in dubbio per Dortmund. Il 3-5-2 su cui aveva puntato in autunno ha perso le sue certezze. Zaccagni non è al meglio, Politano rappresenta l’unica alternativa di dribbling, mentre in attacco il ballottaggio si è risolto da solo, con Retegui costretto a lasciare il ritiro per un problema muscolare.

L’Italia e il confronto con il talento tedesco
Se l’Italia deve fare i conti con qualche defezione, la Germania può attingere a un serbatoio inesauribile di talento. Adeyemi, Musiala, Sané, ma anche Wirz, Füllkrug e Havertz sono armi offensive di primo livello, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa. Nagelsmann potrebbe rimpiangere l’assenza di Ter Stegen, specialmente se si arrivasse ai rigori, ma l’Italia può contare su un elemento di livello assoluto: Gigio Donnarumma. L’eroe di Wembley con la Nazionale e di Anfield con il PSG è l’unico vero top player del gruppo azzurro.

Sarebbe meglio, come sottolinea Il Corriere dello Sport, che San Siro non lo fischiasse.