Stasera Germania-Italia, le probabili formazioni e come vederla in tv

DORTMUND – Lo scenario è suggestivo: lo stadio della “linguaccia” di Del Piero e delle parate leggendarie di Buffon nel 2006. Oggi, a distanza di quasi 19 anni da quella semifinale mondiale, Gigi torna a Dortmund nelle vesti di capodelegazione azzurra. Ma i paragoni con quei tempi gloriosi, come sottolinea Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport, rischiano di essere fuorvianti: “Non sono più quei tempi, né abbiamo certi campioni, ad eccezione forse di Donnarumma, Barella e del nuovo, incontenibile Tonali”.
Serve costruire una nuova storia, un’identità chiara e funzionale. La Nazionale non è un laboratorio tattico: ha bisogno di certezze, concretezza, idee semplici ma efficaci. In questo, Luciano Spalletti ha già dato dimostrazione di saper incidere, come ricorda Patania nel suo approfondimento: “Lo aveva dimostrato durante le qualificazioni e lo ha confermato in Nations League, sorprendendo la Francia e battendo il Belgio”.
Anche la sconfitta contro la Germania a San Siro ha lasciato buone sensazioni: l’Italia ha reagito, ha creato, ha sfiorato il pareggio. “Un calcio completo, sviluppato nel segno della tradizione: contropiede e costruzione dal basso, cambi di gioco e verticalizzazioni”, scrive il giornalista.
E proprio la Germania, oggi, rappresenta uno spartiacque. Il Muro del Borussia sarà tutto da ammutolire: non vinciamo contro i tedeschi da tredici anni, ma al Westfalenstadion siamo ancora imbattuti. Nagelsmann ci rispetta, come dimostrano le sue scelte blindate alla vigilia: sa che l’Italia, pur nel momento più delicato della sua rifondazione, può essere pericolosa.
Ma al di là della qualificazione in Nations, c’è in gioco molto di più. Come evidenzia Patania, “un segnale va colto in previsione del Mondiale 2026”. Evitare di uscire ai quarti significherebbe evitare Haaland e la Norvegia nel gruppo di qualificazione. Non possiamo permetterci un’altra rincorsa con l’ansia del playoff, dopo i disastri di Ventura nel 2018 e di Mancini nel 2022.
Ora serve una squadra tosta, determinata, che sappia emozionare e restituire agli italiani una prospettiva. Non si tratta solo di vincere o perdere, ma di lasciare una traccia, un’impronta. “Le sensazioni conteranno forse più dello stesso risultato di Dortmund”, scrive ancora il cronista del Corriere dello Sport. Perché la vera partita comincia adesso, e riguarda il futuro.