Stangata del nuovo anno: 200 euro di tasse per ogni palermitano

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla novità che porta con sé il nuovo anno: l’aumento delle tasse.

Una stangata che peserà mediamente almeno 200 euro in più di sole tasse. Cifra che lieviterà a 500 per le famiglie che usufruiscono anche dei servizi comunali, come asili e impianti sportivi. Il piano per evitare il dissesto, che passa anche da una pioggia di soldi in arrivo da Roma, è un bagno di sangue: perché per avere più o meno cento milioni il Comune dovrà firmare un accordo per aumentare gli incassi e ridurre le spese.

Come? Con l’aumento dell’Irpef, per esempio che si sommerà agli extra costi della Rap. Una stangata, mentre in aula la dirigente dei Tributi Maria Mandalà attacca l’amministrazione che ha fondato il piano anti- dissesto sulla lotta all’evasione: «Negli ultimi anni il mio ufficio è stato volontariamente smantellato».

Stangata IRPEF. Dall’imposta sulle persone fisiche, con l’aliquota fissata a 0,8 per cento, il Comune incassa più o meno 50 milioni all’anno che pesa sulle spalle di circa 240mila contribuenti. L’ipotesi presentata ai consiglieri comunali dal ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile, che ha espresso parere negativo all’atto, è di un aumento almeno all’1,4 per cento, quasi un raddoppio. Significa che se per adesso mediamente ciascuno paga circa 200 euro, la cifra salirà di oltre 100 euro. In una città, Palermo, penultima in Italia nella classifica che mette in fila i comuni in base al reddito medio per contribuente: circa 26mila euro, che scivola a meno di 10mila se calcolato sul numero di residenti.
Il peso della Tari L’aumento dell’addizionale Irpef è solo uno degli aumenti che aspettano i contribuenti palermitani all’anno nuovo.
La tassa sui rifiuti, che Sala delle Lapidi ha congelato per quest’anno rinviando la batosta, crescerà da subito. L’indicazione data da Basile già nel 2020 è di caricare gli extra costi sostenuti dalla Rap per portare la spazzatura in Sicilia orientale, sulle bollette 2022 e 2023. Significa spalmare su 300mila persone circa — quelle che pagano la Tari o dovrebbero farlo — un rincaro di 80 euro a testa: la cifra da coprire per salvare i conti della Rap è di 24 milioni, 12 all’anno per due anni.
Ma l’aumento già varato potrebbe non essere l’unico: nel piano di riequilibrio si legge della necessità di rimodulare le tariffe della tassa sulla spazzatura, mentre l’amministrazione pressa per approvare i regolamenti che inaspriscono le sanzioni per i morosi: oggi dovrebbe andare al voto la norma che prevede sanzioni progressive, fino alla revoca della licenza, per le attività produttive morose.
Pochi asili ma più cari
La copertura dei servizi a domanda individuale è da sempre una nota dolente per il Comune che dalle rette dei nidi incassa appena 500mila euro, il 10 per cento di quanto spende per tenerli in piedi. Il documento approvato dalla giunta che entro fine gennaio Sala delle Lapidi dovrà approvare o bocciare, prevede un aumento delle rette e delle mense: la cifra non è ancora quantificata ma gli incassi dovrebbero essere raddoppiati o quasi. A fronte degli stessi posti, si tratterà dunque di un aumento medio intorno ai 300 euro all’anno. Al momento trovano spazio nelle 27 strutture municipali circa 800 bambini: più di 500 invece restano fuori.