Spezia, Soleri nella storia: «Palermo e la Sicilia restano nel mio cuore»
L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” si sofferma sullo Spezia e riporta un’intervista all’ex rosanero Edoardo Soleri.
«Una rovesciata così l’avevo già segnata al Bologna, in amichevole, con la maglia del Palermo, ma questa è non solo bella ma anche molto più importante». Non solo perché sabato era il suo ventisettesimo compleanno, ma soprattutto perché ha rotto l’equilibrio a Salerno, aprendo la via alla prima vittoria in trasferta delle Aquile.
Soleri, ora godiamoci il momento, e poi?
«A livello personale sono molto contento per l’ottimo momento mio e della squadra. Speriamo di continuare così, il campionato è ancora lungo e non dobbiamo assolutamente mollare».
Torniamo alla rovesciata: istinto o decisione?
«Puro istinto, quando ho visto arrivare la palla di Mateju scendere verso di me ero di spalle alla porta, non ci ho pensato due volte e ci ho provato, gesto simile a un gol fatto in amichevole contro il Bologna. Del resto, anch’io come tanti ragazzini sono cresciuto nel segno delle rovesciate di grandi attaccanti. Ricordo nella Roma una di Florenzi, nello Spezia quella di Verde contro la Lazio, per non parlare dei vari CR7, Lewandowski e compagnia. Un bel gesto anche il mio, ma la cosa importante è che sia servito alla squadra per il risultato finale».
Cosa le hanno detto i compagni e il mister?
«Niente di particolare, grande entusiasmo per la vittoria contro una squadra tosta, appena retrocessa, una vittoria difficile ma voluta e sofferta. Dopo tanto siamo riusciti a vincere fuori casa, quindi l’emozione è stata grande».
Lei sa far tutto: l’attaccante, il laterale offensivo, il portiere giusto?
«Mai giocato in porta prima della sfida vinta in 10 contro 11 al Picco contro il Cesena, sono contento perché per noi è un periodo positivo».
Malgrado la faccia da ragazzino, in campo non si tira indietro nei duelli con i difensori spesso ruvidi come a Salerno Bronn e Ferrari.
«Quando entro in campo divento duro, deciso. È uno sport di contatto dove devi avere la meglio sul tuo avversario diretto, ma ci deve essere sempre rispetto reciproco: quello che succede in partita, finisce lì».
Sui social i tifosi del Palermo hanno contestato a lungo la sua partenza.
«Palermo e la Sicilia li ho nel cuore, ricevo tanti messaggi d’affetto che mi fanno davvero piacere. Posso solo parlarne bene, fa parte del calcio prendere strade diverse, ma il rispetto non mancherà mai perché Palermo mi ha dato tanto e io altrettanto. Ora sono concentrato sullo Spezia che mi ha voluto e spero di ricambiare la fiducia, qui mi trovo bene, vivo in centro con Margherita e il nostro cagnolino Gordo, sento l’affetto dei tifosi».
Rammarico per non essere stato confermato dalla Roma dopo aver fatto la trafila nelle giovanili ed essere stato bomber della Primavera giallorossa?
«Nessuno».
Bertola è difensore e ha fatto un gol più di lei in campionato: vi siete detti qualcosa?
«Ma no! Siamo in camera insieme, è un ragazzo d’oro che sta facendo benissimo anche con la Nazionale. Secondo me avrà un futuro importante, che gli auguro di cuore».
A proposito di giovani, chi è più bravo a spizzicare di testa, lei o Pio?
«Diciamo che abbiamo caratteristiche più o meno simili. Anche con Pio ho un ottimo rapporto, è molto bravo e forse più maturo di quanto fossi io alla sua età. Nessun consiglio da dargli, deve solo continuare così. Lui, come Bertola, può ambire a palcoscenici importanti. Sono giovani, simpatici, sanno ascoltare le indicazioni».
Nessun altro?
«Sono tutti ottimi calciatori, ma devo dire che arrivando allo Spezia sono rimasto colpito in particolare dal giovanissimo Candelari che non conoscevo, non a caso convocato in Under 20. Mi ha impressionato per personalità e per qualità tecniche».
E D’Angelo?
«Mi ha accolto bene come i compagni, è bravo e prepara molto bene le partite. Mi sto trovando al meglio con lui e con il suo staff».