Spezia, Melissano: «A Palermo sbagliato approccio, ma bisogna dare merito all’avversario»
Il direttore sportivo dello Spezia, Stefano Melissano, ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Il Secolo XIX, riflettendo sul momento attuale della squadra e sulle sfide future. Con uno sguardo sempre lucido, Melissano analizza la sconfitta contro il Palermo al “Barbera” e il modo in cui il gruppo si prepara a ripartire con determinazione, mantenendo l’umiltà come elemento cardine per affrontare il campionato di Serie B.
Tra bilanci post-partita, valutazioni sui giocatori e un focus sul lavoro con il tecnico Luca D’Angelo, Melissano offre spunti preziosi sul progetto dello Spezia. Con riferimenti alla gestione dell’area tecnica e al valore della squadra, sottolinea l’importanza di affrontare ogni partita con la giusta mentalità, senza farsi travolgere dalle emozioni o dalle pressioni esterne.
Un’intervista che racconta il dietro le quinte di una squadra determinata, con radici solide e uno staff tecnico e dirigenziale che punta a costruire un percorso di crescita graduale e sostenibile.
POST PARTITA AL “BARBERA” – «Che ci siamo detti al triplice fischio finale di Prontera? Che avevamo sbagliato l’approccio nel primo tempo, che avevamo reagito, e tutto quello che dici quando non hai voglia di perdere una partita. Ma soprattutto che ci aspetta il Cittadella, ed una vittoria rimette ogni cosa a posto».
GLI ERRORI DELLA SQUADRA – «Dove abbiamo sbagliato? Forse nell’inconscio. Quando fai una serie così lunga magari subentrano tanti fattori e fai sempre la bocca al non perdere; ma poi ti rendi conto del tutto e riparti. Da questo punto di vista bastava guardare i ragazzi in aereo sulla via del ritorno per capire la loro mentalità».
LA REAZIONE DI MISTER LUCA D’ANGELO – «La stessa della squadra, misurata. Con lui trovi sempre le parole giuste. Uno schiaffo fa bene, nessuno è invincibile in B, non lo è stata neppure la Juventus di Deschamps, Del Piero, Buffon per intenderci».
RIPARTENZA – «Ripartiamo dall’umiltà di tutti, non siano appagati e poi di cosa. Non abbiamo vinto nulla. A maggio ci siamo giocati la salvezza all’ultima, siamo a meno 15 dalla salvezza. Come per una vittoria, oggi a questo punto della stagione, una sconfitta non cambia nulla».
GORI – «Avevamo un elenco di portieri con Vasquez in testa, poi Radunovic, Bertinato e Confente, passando da Sarr e Gori. Cercavamo un estremo che volesse riscattarsi, ma anche che avesse grande calma e potesse gestire un dualismo. Gori aveva, come Sarr, motivazioni molto forti; non ti porta a casa la Juventus se non hai valori. Ora giocherà chi è più in forma».
L’ATTACCO AQUILOTTO – «Ci sono cinque attaccanti, l’unico che per ora ha la continuità del gol è Pio Esposito. Quando entrano a rotazione fanno sempre il loro e danno una mano. Sono tutti ragazzi molto umili ed intelligenti nel capire la situazione».
L’INSEGNAMENTO DEL “BARBERA” – «Ci sono squadre come i rosanero che ti possono battere, perché hanno cifra tecnica e potenziale importante. Bisogna dare merito agli avversari di domenica».
LA SECONDA ASSENZA TRA I TITOLARI DI BERTOLA – «Assolutamente non c’è nessuna correlazione con la trattativa per il rinnovo di contratto del ragazzo, sono normali scelte del mister, e troveremo un modo per risolvere la cosa».
TESTA ALLA PRSSIMA GRAZIE AI VETERANI – «Hristov o quelli come Salvatore Esposito, Cassata, Bandinelli, Nagy. Gente che ti riporta subito sulla terra e ti fa capire che è meglio metter la testa sul campo che sprecare i se ed i ma, che nel calcio non servono a nulla e ti tolgono energie. Io li seguo a bordo campo e vedo quella rabbia; ciò mi tiene tranquillo per il futuro, a me basta».
SINERGIA MELISSANO, D’ANGELO E GAZZOLI – «A volte rivedo e rivivo situazioni già viste nella stagione 2020-21, quella della prima salvezza in A. D’Angelo mi sembra a tratti Vincenzo Italiano ed anche io riesco a fare quello che facevo con lui. Una bella maniera di lavorare. Si costruisce, si cerca di prevenire il problema, se sorge. Partire da queste basi è servito anche a me tantissimo nel primo vero anno da responsabile dell’area tecnica. E con D’Angelo lavori bene anche con il suo staff».
UNA GARA ALLA VOLTA – «Non serve a nulla, non abbiamo programmato niente. Non gestiamo la stagione se non gara dopo gara. Ripeto lo scorso anno ci ha fatto vedere la faccia scura della storia»