«Questi accostamenti con Mourinho mi mettono in imbarazzo, bisogna farla finita. Mi costringete a sottolineare la distanza tra me, che sono qui da due giorni, e chi ha fatto la storia dell’Inter. Non si può avvicinare. Fate un favore a me, al mio ruolo se non mi ci mettete vicino a lui. Anche Mourinho sa bene che non sta in piedi. Poi il lavoro della squadra io lo debbo difendere, perché quando la vedi da fuori e una cosa ma dentro entri tutti i giorni in saletta e vedi. I giocatori devono sentire che si lavora in maniera seria e che io sto dalla parte dei calciatori. Ditemi quel che vi pare ma se mi toccate i calciatori vado fuori. Io contro la Juventus ho avuto delle certezze, perché siamo compatti, solidi. Abbiamo un’anima unica, ma non abbiamo fatto la partita perfetta, per cui si può migliorare qualcosa e noi dobbiamo essere contenti che ci sia da migliorare perché possiamo andare più in là. Sui social ho già detto: è un po’ un divertimento. Paolo Belli mi ha mandato dei messaggi sul cellulare perché è tifoso della Juventus. Poi magari senti prima della partita che contro il Chievo non si vincerà, e si tenta il “colpo gobbo”, ma è chiaro che qualche volta va bene e qualche volta male. Io non posso scrivere tutto sul giornale, devo prendere un mazzetto di cose e fare tutto assieme. E’ un modo di giocare, se ci penso so scrivere anch’io ma è un gioco». Queste le parole rilasciate da Luciano Spalletti, tecnico dell’Inter, alla vigilia della gara di Coppa Italia contro il Pordenone.