Spal, Tacopina si sfoga in sala stampa: «Se vado via il club finisce in D. Certe persone non dovrebbero entrare allo stadio»

Il patron della Spal, Joe Tacopina, ha parlato in conferenza stampa dopo la retrocessione in C e soprattutto dopo l’episodio spiacevole di cui si è reso protagonista (CLICCA QUI per saperne di più).

«Sono qui per chiarire quello che è successo sabato. Lo ripeto: la responsabilità principale è mia, non voglio ambiguità qui. Ho scelto direttore generale, direttore sportivo e tutte le altre figure. Tutte le decisioni prese sono di mia competenza. Non ho mai evitato di prendere le responsabilità. E in questi casi o ci si nasconde o si prova ad andare avanti. Sono molto deluso da loro perché non hanno mostrato coraggio e cuore per fare bene durante il campionato. Prima del campionato avevamo parlato del valore della squadra ed eravamo d’accordo sulla possibilità di lottare sulla serie A. Nainggolan è il più grande nome mai passato dalla SPAL. C’è stato un problema di impegno. Credo anche nel pensare positivo. Per questo considero la ripartenza dalla serie C un’opportunità di rinnovamento e riscatto. Partire da una pagina bianca, ricostruire con le nostre mani, creare una cultura nella prima squadra. In 15 anni ho vinto tutti i campionati e questo è stato il primo nel quale le cose sono andate storte. Abbiamo rilevato un club che rischiava la bancarotta. Che aveva un debito enorme. Aveva contratti da serie A per gente che da serie A non era. In due anni abbiamo speso 25 milioni. Nessuno l’ha mai fatto prima per la SPAL. Abbiamo aperto un nuovo convitto. Comprato il campo sportivo di Malborghetto. Iniziato progetti rivolti alle scuole, mandando giocatori e dirigenti perché volevo vicinanza alla comunità. Abbiamo fatto il calcio integrato per i bambini disabili. Abbiamo allestito una squadra femminile che ha vinto il proprio campionato. Se gli uomini avessero avuto il loro spirito sarebbe stata un’altra storia. “Non mi sto lamentando della città di Ferrara o della tifoseria nel complesso. Quello che questo piccolo gruppo non capisce è che se io vado via senza iscrivere la SPAL in serie C non ci sarà alcuna SPAL. Si dovrà ripartire dalla serie D nel 2024/2025. Credo non capiscano le conseguenze delle loro azioni. Dicono di essere tifosi ma io non credo lo siano perché mi fa pensare che la loro immagine venga prima del benessere della squadra. Ho saputo che qualcuno della curva in passato ha sputato in direzione di Vagnati e Mattioli. Non li considero veri tifosi, né persone che dovrebbero entrare allo stadio. La mia reazione di domenica? Risposta a un attacco personale, non era rivolta alla curva».

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Redazione Ilovepalermocalcio