Sofferenza, cuore e palle quadrate. Non è stata una gran partita, a dire il vero nemmeno un gran successo stilisticamente parlando. Ma le vittorie così, sudate e carismatiche, sono le più belle. Era una gara importante: per la classifica, per Iachini, per il periodo negativo, per le critiche e per dimostrare che il ritiro aveva avuto un senso. Alla fine sono arrivati tre punti che riportano il Palermo a sorridere, contro un Bologna invece sempre più in crisi e Delio Rossi ogni ora più in bilico che mai.
Ma guardiamo in casa rosanero e non in quella degli altri. Anche se a più riprese il mister palermitano è stato rassicurato sulla sua permanenza anche in caso di sconfitta, il detto dice che è meglio prevenire che curare. Iachini può finalmente respirare aria fresca. Non può sicuramente tirare un sospiro di sollievo per il gioco visto, anche se comunque migliorato rispetto alle uscite precedenti, ma tra vittoria e crescita graduale dei singoli e del gruppo la strada sempre voltarsi verso la giusta direzione.
Ancora una volta il Palermo vince di misura: terza vittoria in campionato, terzo 1-0 stagionale e terzo match in cui Sorrentino cala la saracinesca. Sarà un caso? Non lo è, ed infatti il capitano e portierone rosanero si è dimostrato, alla resa dei conti, uno tra i migliori se non il migliore della sua squadra con i suoi soliti “miracoli” tra i pali. La difesa, infatti, ha tenuto ma non ha smesso di scricchiolare. Mentre i tanto criticati Andelkovic (al suo esordio stagionale) e Struna hanno retto come meglio potevano, Gonzalez è ancora smarrito e non riesce a trovare la retta via. Niente critiche, però, quest’oggi: lo score dei gol subiti dice zero e deve essere soltanto da stimolo per migliorare e ritrovarsi.
A centrocampo zero inserimenti, giornata di pausa. In compenso, tanta corsa e tanta grinta. E soprattutto un regista, finalmente. Enzo Maresca, mister 100 palloni sbagliati e 10000 azzeccati. Perché a contare quelli andati a vuoto è facile, ma se oggi qualcuno ha finalmente trovato il primo gol in campionato è stato anche grazie alla presenza dell’ex Siviglia in campo, che ha preso in mano le redini del gioco. Rigoni ed Hiljemark, da buoni “biondini vichinghi” (uno per chiare origini scandinave, l’altro solo per questioni cromatiche), hanno lottato e sudato, mettendo da parte momentaneamente le tendenze incursionistiche. In realtà era proprio questo che serviva al “Dall’Ara”.
Infine, parlare soltanto di Franco Vazquez sarebbe riduttivo: per il gol, per la vittoria, per le giocate. Pregi e difetti, al di là di tutto, sono sempre quelli e sempre lo sono stati. La prestazione del “Mudo” è stata la solita, impreziosita dalla rete, la prima in campionato, dal valore di una vittoria. Ma non bisogna mettere troppo da parte quanto fatto da Gilardino: non ha segnato, anzi al dire il vero si è anche divorato un gol incredibile a porta vuota. Ma ha attaccato gli spazi, si è inserito con i tempi giusti, è andato vicino alla rete in più di un’occasione grazie anche ad una buona performance, finalmente, dei terzini che hanno recapitato una buona dose di cross in area. Tutto ciò è sinonimo di crescita.
E’ la vittoria di tutti, la vittoria del gruppo. Sorrentino para, la difesa tiene, il centrocampo corre, le fasce assistono, Vazquez segna e Gilardino ci va vicino. Ma a Bologna a vincere è il carattere del “vecchio” Palermo. Su di loro bisogna proseguire, per dare ai nuovi il tempo di affermarsi e di dare il proprio contributo al momento giusto. Rosanero a quota 10 in classifica, ora testa all’Inter. Con la stessa dedizione e la stessa voglia di portare a casa il risultato vista quest’oggi. Dei difetti e dei pregi non facciamoci caso, c’è tempo per migliorare.