Simone Farina: «Non sono un eroe ma l’ho pagata. I match truccati? Mai distrarsi…»
L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport riporta l’intervista all’ex calciatore del Gubbio Simone Farina, il quale 10 anni fa con la sua denuncia diede il via alla seconda parte dell’operazione «Last Bet» sulle scommesse clandestine e le partite accomodate. Giocava nel Gubbio e gli venne offerta una somma pari più o meno all’ingaggio annuale per truccare un match di Coppa Italia, lui denunciò.
Queste alcune sue parole: «Io non mi sento eroe e l’ho sempre detto. Ho fatto solo quello che era giusto fare, proteggendo la mia professione. Certo, ho pagato un prezzo importante, perché ho dovuto smettere di giocare, ma ho avuto la capacità e la fortuna di reinventarmi in un contesto internazionale. Sono direttore generale di un’agenzia di procuratori svizzera, la “First”. Mi occupo di opportunità commerciali e sportive. Abbiamo anche fatto una social school per insegnare l’uso dei social, oltre che curare la parte “integrity”. Mi sono reinventato, come avevo fatto all’inizio con l’Aston Villa. Alla “First”, adesso, abbiamo gente come Olmo del Lipsia, Ikoné del Lilla, Majer e Jakic della Dinamo Zagabria. Ho aperto anche una Academy in Inghilterra e una scuola calcio a Roma, la mia città. Con i giovani ho sempre lavorato bene.
Se ho pensato di essere stato dimenticato? Devo essere sincero: all’inizio sì, ma lo giustificavo persino, perché la mia denuncia aveva avuto una risonanza mediatica enorme, anche se io non avrei voluto. Era un momento di caos. Poi ho avuto la fortuna di incontrare il presidente della Lega di B Abodi, che quando ha saputo che potevo essere interessato a collaborare in Italia, mi ha chiamato immediatamente. Lui mi ha sdoganato e ora posso dire di non essere stato dimenticato».