L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul coronavirus in Sicilia che ha messo sottosopra gli ospedali e adesso la zona Arancione è sempre più vicina.
La Regione passa alla fase due del piano ospedali: entro domani saranno riconvertiti in assistenza Covid altri 634 posti letto in tutta la Sicilia. E riparte la caccia a medici e infermieri: le Asp stanno richiamando neolaureati e pensionati dalle graduatorie già esistenti, ma molti danno forfait. I pazienti non positivi ricoverati nei reparti in via di riconversione saranno dimessi o trasferiti in altre strutture e nelle cliniche private. La decisione è stata presa dall’assessore alla Salute Ruggero Razza, dopo un vertice con i manager, per far fronte all’aumento della pressione ospedaliera, ormai a un passo dalle soglie che fanno scattare la zona arancione.
Fuori controllo
Ieri altri 12.425 contagiati e 49 pazienti in più in corsia. L’occupazione dei positivi nei reparti ordinari è al 28 per cento, due punti sotto la soglia critica. In Terapia intensiva è al 16 per cento: il tetto è il 20. Di questo passo — ragionano gli esperti — i parametri da zona arancione potrebbero essere superati a metà gennaio.
Il piano ospedali
Già adesso, secondo i medici in prima linea, la pressione è altissima. Nel Palermitano sono state allestite tre tensostrutture al Cervello, al Civico e a Partinico per ospitare i pazienti che non trovano subito posto nelle aree di emergenza. Ieri il dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato ha inviato ai manager la mappa dei posti letto da riconvertire ospedale per ospedale.
La mappa delle riconversioni
Sono 634 posti letto in tutta l’Isola, che si aggiungono ai 1.389 già attivi per i positivi. La maggior parte nelle tre aree metropolitane. In provincia di Palermo altri 48 posti al Civico ( 30 in Pneumologia e 18 in Terapia intensiva respiratoria), 40 all’Asp (23 posti di area medica a Partinico, oltre a 14 di Terapia intensiva attivabili all’occorrenza, e 18 all’ospedale di Petralia), 40 al Policlinico ( 20 di area medica e 20 chirurgici). A Catania altri 40 posti al San Marco (20 di Medicina e 20 accorpando Chirurgia e Ortopedia), 30 in Medicina al Cannizzaro, 40 al Garibaldi ( riconvertendo Neurologia e Medicina), 38 all’Asp. A Messina l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto diventa Covid hospital con 20 posti in più rispetto agli attuali, al Papardo si attivano 5 posti in più di Terapia intensiva, al Piemonte 32 posti di area medica e 8 intensivi, al Policlinico 40 posti di degenza ordinaria e altri 40 posti letto a bassa intensità nella Rsa privata “ Opus”. A Trapani 30 posti ordinari in più a Mazara del Vallo e 18 a Marsala. Nell’Ennese, 30 posti di Medicina a Leonforte. E una trentina anche a Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento.
I reparti specialistici
Il piano prevede l’attivazione di diversi reparti specialistici Covid: « In questo momento, con l’alta circolazione virale e l’elevata copertura vaccinale, molti positivi vaccinati si ricoverano per problemi diversi dal Covid. Ci sono fratturati, pazienti cardiologici, chirurgici. Sono il 40 per cento dei vaccinati positivi ricoverati », spiega Pino Liberti, commissario per l’emergenza a Catania.
Caccia al personale
Con la riconversione e l’apertura di nuovi posti letto torna l’esigenza di trovare medici, infermieri e ausiliari. Al San Marco di Catania si ricorrerà alle prestazioni aggiuntive del personale e si cercheranno neolaureati dalle graduatorie stilate nel 2020 dal Policlinico di Messina. Anche l’Asp di Palermo sta richiamando medici e infermieri da vecchie selezioni. Ma molti neolaureati in graduatoria sono entrati nelle scuole di specializzazione e il doppio incarico è incompatibile.
Il soccorso dei privati
La vera grana sarà come e dove ricoverare i pazienti non- Covid. Il commissario per l’emergenza di Messina, Alberto Firenze, ha chiuso l’accordo con i privati per trasferire i pazienti dai reparti in via di riconversione. Ad Agrigento e Trapani si pensa di ridurre l’attività programmata. « Siamo pronti ad altri ampliamenti riducendo le attività ordinarie non-Covid, ma anche nello scenario più critico c’è la possibilità di spostare le attività ordinarie in altri ospedali », dice il manager dell’Asp di Trapani, Paolo Zappalà. Scende in campo anche Aiop Sicilia, che raccoglie le 54 cliniche convenzionate: « Abbiamo messo a disposizione la nostra rete di circa 4.500 posti letto per accogliere i pazienti dei reparti riconvertiti — dice la presidente nazionale Barbara Cittadini — Siamo disposti a differire i ricoveri programmati per dare priorità assoluta ai pazienti che arrivano dagli ospedali. Lavoriamo in piena sinergia con il servizio sanitario pubblico».