Sicilia: Regione accelera sulla CIG in deroga ma ad oggi trasmesse meno di 1/6 delle domande
Da poco più di 4mila alle attuali 5767. L’ultimo report dell’Inps arriva nel pomeriggio di oggi ed è aggiornato alle ore 16 del 6 maggio. Fra le polemiche in poco meno di tre giorni la Regione è riuscita a lavorare 1750 pratiche circa passando da una media di circa 400 pratiche al giorno ad una media di quasi una volta e mezzo, quasi 600 pratiche lavorate al giorno. La polemica, gli scontri e alla fine le dimissioni del direttore del Dipartimento lavoro della regione Siciliana, Vindigni, concordate alla fine di un incontro con il Presidente della Regione, se non altro hanno avuto il merito di accelerare le procedure. Non basta ma una accelerazione c’è.
L’ultimo report era della tarda sera di una domenica di fine week-end del primo maggio. Un dato confortante che nonostante le giornate festive si fosse lavorato per la Cassa integrazione in deroga, una emergenza assoluta legata al covid19, per chi si trova senza occupazione e senza reddito ormai da due mesi. Ma nonostante l’impegno messo in campo il report, purtroppo, era veramente sconfortante. I decreti pervenuti dalla Regione siciliana la sera di domenica 3 maggio erano soltanto 4.022. Adesso sono 5.767 e di questi sono 5.513 quelli autorizzati sempre alle 16 di oggi. 190, invece, i decreti respinti dall’Inps e re inviati alla regione con l’indicazione ‘da annullare’, 64 quelli da istruire. tutto questo lavoro riguarda 13.348 lavoratori per complessive 2 milioni 877mila 188 ore di cig autorizzate e oltre 23 milioni e 305 mila euro di somme impegnateLe pratiche pendenti, come riporta blogsicilia.it, riguardano circa 150 mila lavoratori e circa 30mila aziende dunque siamo arrivati ad una media di un sesto del lavoro da fare. A questo ritmo si potrebbe riuscire a smaltire le pratiche in un mese e mezzo da oggi. considerati i tempi di erogazione Inps, poi, gli ultimi potrebbero vedere i soldi della cig intorno ai primi di luglio. E’ comunque, addirittura, un miglioramento.Dati che forniscono, comunque, sempre le dimensioni del fenomeno che sono mastodontiche sia sul fronte della perdita di produttività e di lavoro che sul fronte dell’impegno economico necessario.