L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui controlli sui mezzi pubblici in Sicilia nel primo giorno di Green Pass Rinforzato.
Il primo giorno di Super Green Pass in Sicilia è quello della resa nei controlli su autobus e tram, con le aziende del trasporto pubblico locale costrette ad accettare il liberi tutti in almeno metà delle vetture. Ma è anche il giorno dei dati record su partenze a arrivi, in controtendenza con la grande paura che ieri ha tenuto sull’Isola le scuole ancora chiuse: negli aeroporti ci sono più passeggeri in arrivo e partenza che prima della pandemia.
L’aumento dei contagi non ferma i siciliani: gli unici a fermarsi rischiano di essere i servizi con la Rap che, con una media di venti contagiati in più in meno di due giorni, non riesce a coprire tutti i turni. Da ieri anche per salire sugli autobus serve il vaccino: a Palermo l’Amat ha schierato circa 45 addetti ai controlli – 22 pagati extra perché messi a disposizione da una ditta privata – che sono stati piazzati in una decina di fermate, le più “calde”, da piazza Politeama alla stazione centrale. Ma metà dei passeggeri viaggia senza dover esibire la nuova certificazione: impossibile per l’azienda coprire tutti gli itinerari anche tenuto conto delle assenze per Covid, che ieri hanno riguardato un cinquantina di dipendenti.
Pure a Catania l’Atm non riesce ad assicurare un controllo capillare e la denuncia degli esercenti – con le nuove regole per mangiare e bere all’aperto bisogna avere il Super Green Pass – è che ci sono pochi accertamenti da parte delle forze dell’ordine: il documento viene esibito prevalentemente nella zona del centro. Malumore pure nel capoluogo. « Se le regole non valgono per tutti non hanno senso – dice il presidente di Fipe Confcommercio Antonio Cottone – nei negozi si entra senza dover esibire nulla, mentre i nostri locali erano già stati svuotati dalla paura del contagio » . Domenica a Palermo sono state multate solo 3 persone sprovviste di Green Pass su circa 1700 verifiche.