Sicilia. Covid, ospedali al collasso caccia disperata ai posti. Il Cts: “Zona rossa subito”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione delicata in Sicilia per gli elevati contagi covid e ospedalizzazioni in tilt.

L’onda dei ricoverati positivi travolge gli ospedali siciliani: 75 in più in un giorno, mai cosi tanti da inizio pandemia. A Palermo, Messina e Catania le Terapie intensive Covid sono sature e pazienti intubati vengono trasferiti in ambulanza nei centri di provincia. I posti letto di Rianimazione ancora liberi sono meno di 70 sui 204 dedicati in tutta l’Isola. Anche i 1.185 letti riservati nei reparti di area medica sono occupati al 90 per cento e la Regione passa alla fase due del piano “a fisarmonica”, con la riconversione di altri 500 posti da lunedì.

Ma per il Comitato tecnico-scientifico siciliano c’è un’unica soluzione, messa nera su bianco in un parere consegnato ieri sera all’assessore alla Salute Ruggero Razza: «Da lunedì zona arancione-rossa in tutta la Sicilia per 15- 21 giorni e didattica a distanza per due settimane o si rischia il collasso».

L’ultima parola spetta alla Regione, che ieri ha disposto restrizioni per altri 42 comuni (4 già erano in arancione), tra cui Enna, Caltanissetta e Siracusa. Anche l’Asp di Messina chiede la zona ad alto rischio e la Dad per l’intera provincia, come invocato dal sindaco Cateno De Luca. Da un capo all’altro della Sicilia, ieri confermata in zona gialla per un’altra settimana, i medici parlano di disastro annunciato. «Fa male leggere le dichiarazioni di alcuni commissari Covid che parlano di situazione inaspettata. I nostri appelli sono rimasti inascoltati.

Al Cannizzaro non ci sono più nemmeno postazioni per l’ossigeno al pronto soccorso», attacca il primario di Pneumologia, Sandro Distefano.
Dopo un vertice con i manager sanitari, l’assessorato ha disposto la riconversione di nuovi posti letto: circa 150 rispettivamente in provincia di Catania e Palermo, un centinaio a Messina, una trentina a Ragusa, Agrigento, Trapani, Caltanissetta, poco meno a Enna e Siracusa. Troppo tardi? «Serve un lockdown di 15-20 giorni. Siamo come in guerra», è l’appello del direttore medico del Covid hospital di Partinico, Vincenzo Provenzano, che ha dovuto riaprire un intero piano per fare spazio ai pazienti che arrivano dalla città e dall’hinterland.