Attraverso le colonne di “Libero” Luciano Moggi parla degli Agnelli tornando sui fatti di calciopoli che hanno sconvolto il calcio qualche anno fa. Ecco quanto si legge sul quotidiano: “[…]. La Juve ora è turbata da pesanti vicende extracalcistiche: Andrea Agnelli è accusato dalla Commissione antimafia di intrattenere rapporti con elementid ella ’ndrangheta ai quali avrebbe affidato parte della gestione dei biglietti per lo stadio… «Il nome della Juventus è quello che fa più rumore, quindi quando si parte con un’inchiesta si prende quello. È la solita tecnica: anziché fare indagini a tappeto per estirpare il fenomeno, si confeziona su misura un capo d’accusa sul soggetto più importante e lo si dà in pasto ai media e accreditare il proprio lavoro. L’anno scorso per tre partite a fianco della panchina del Napoli ha stazionato un soggetto definito “pericolosissimo”, perché la Bindi all’Antimafia non ha fatto nulla, perché nessuno ha denunciato?». […]. C’è un’intercettazione da cui sembra avesse dei sospetti, dice “questi ammazzano”, avrebbe dovuto denunciare… «Non è allegata agli atti, al momento è un’intercettazione fantasma. La vicenda finirà con una multa. Se condannano Andrea, devono condannare tutti i presidenti delle società di calcio. Chiunque ha rapporti con le curve e regala biglietti per evitare il peggio. Agnelli certo non conosceva i trascorsi di tutti i suoi interlocutori. Ma ammettiamo anche che li conoscesse superficialmente, la Federazione dovrebbe tutelarlo, anziché lasciarlo esposto». Spiegamela meglio. «La Federazione ti vieta di avere rapporti con i tifosi ma ti multa e ti squalifica il campo se questi fanno casino. Però se qualcuno, per evitare le sanzioni, regala biglietti ai tifosi, lo accusa di infrangere le regole. Prendete ad esempio Italia-Albania: avete visto che casino hanno combinato i tifosi? Probabilmente è gente che non aveva i biglietti». Tu come gestivi la situazione? «Io facevo patti chiari con i tifosi. Stabilivo una modica quantità di biglietti per chi si comportava bene ma guai a chi sgarrava. I tifosi mi conoscevano e sapevano che non si sarebbero potuti permettere colpi di testa. Se la Federazione non vuole che le società abbiano rapporti con i tifosi, mandi lei i suoi funzionari a lavorare con la Digos». Dicono che questa storia, come Calciopoli, partada Torino: regolamento di conti interno? «Calciopoli ha distrutto il calcio italiano, siamo statieliminatidue volte al primo turno dai Mondiali e in Europa facciamo ridere. Se si riapre il capitolo, finisce il calcio in Italia, non credo convenga a nessuno». […]. Perché sei così legato alla Juve dopo quello che ti hanno fatto? «Primo perché sono cambiate le facce in società rispetto al 2006. E poi perché alla Juve ho iniziato, nel settore giovanile e non posso negare di avere qualcosa di bianconero nel sangue. D’altronde, chiunque lavora nel calcio ha la Juve come esempio e obiettivo, perché è l’ambiente più serio e professionale del nostro mondo». Ma se avete tutti contro. Siete riusciti a mettere d’accordo Napoli, Roma, Inter e Milan: dicono che gli arbitri aiutano la Juve… È il lamento dei perdenti, piangono per ottenere favori. Dopo averci attaccato, il Napoli ha avuto tre rigori in due partite». Vedi che lamentarsi serve? «È la squadra che ti fa i favori, non gli arbitri. Se non hai una grande squadra, è inutile piangere». Sei contraddittorio… «Per niente. Ti sto dicendo che quando uno va ad arbitrare una squadra forte, inconsciamente sente quello che deve fare e nei casi incerti è più probabile che fischi a favore della grande squadra. Non succede solo con la Juve».Ma essendo la Juve più forte… «Per fare carriera internazionale si devono arbitrare le squadre migliori e per arbitrarle si cerca di non sbagliare contro di loro, sennò si lamentano e il designatore non ti ci rimanda». È la tua definizione della famosa sudditanza psicologica? «Più che sudditanza la chiamerei, in senso buono, mignottaggine. Gli arbitri fanno quello che fa chiunque per fare carriera». Bingooooo…. «So dove vuoi arrivare, sei il solito interista ma il tuo è un discorso inconcepibile. La Juve quest’anno ha avuto tre rigori a favore, la Roma 12, il Milan 9 e il Napoli 7». E tu sei il solito juventino che sostiene che i favori arbitrali danneggiano l’immagine della squadra senza avvantaggiarla perché vincerebbe comunque… «La domenica prima della partita pregavo Dio per vincere bene e senza aiuti, perché sapevo che gli arbitri sarebbero venuti intenzionati a farsi ben volere. È umano». Direi che Dio ti ha ascoltato poco, specie nel 1998… «Sei ancora fermo lì? Il rigore di Iuliano su Ronaldo si poteva non dare. Ma anche se Ceccarini l’avesse fischiato, la partita sarebbe finita 1-1 e non sarebbe cambiato niente. L’Inter è finita 5 punti indietro»”.