Serie D-Girone I, sospensione prolungata del torneo? «No alle porte chiuse»
Il campionato di serie D è attualmente fermo, e qualora si dovesse tornare a giocare il 22 marzo, lo si farà comunque a porte chiuse. I match senza tifosi però, non sono ben visti nel girone I, come sottolineato anche dal dg dell’Acireale Giuseppe Fasone ai microfoni di “Solosavoia.it”: «Per noi va sospeso il campionato. Le porte chiuse sono un danno al nostro sistema, fermo restando le delicate problematiche di ordine sanitario. Le società fanno sforzi economici ingenti e chiudere gli stadi non è certo la soluzione migliore. Tra due settimane il Savoia deve affrontare il Palermo, una partita attesa da quando sono usciti i calendari, non immagino cosa significherebbe disputarla senza tifosi. Anche noi tra qualche domenica aspettiamo i rosanero e ci troviamo in condizioni simili. A differenza di serie A e B che hanno coperture di sponsor e televisive tali da rendere quasi ininfluenti le porte chiuse, per i club di serie D gli incassi sono essenziali e provarcene sarebbe un danno colossale. D’altronde qui non c’è il problema delle Coppe e quindi potremmo tranquillamente recuperare i tre turni di marzo di mercoledì o slittando tutto il calendario». Anche il dg del Giugliano, Mango, è dello stesso avviso: «Siamo per la sospensione. Sul fronte sanitario non sussistono garanzie per le società e poi che senso ha il calcio senza tifosi, al danno si aggiungerebbe la beffa. Non siamo vincolati alle Coppe come la massima serie per questa ragione si potrebbe far slittare tutto il mese di marzo finendo anche dopo». E infine, un parere equivalente lo si evince anche dalle parole del ds Mennitto del Nola: «Le porte chiuse sono la negazione del calcio. Ai nostri livelli la passione viene prima di tutto e giocare una partita tipo Savoia-Palermo o Turris-Ostia Mare senza i tifosi che attendono da mesi l’incontro è un’ingiustizia. Attendiamo i 15 giorni di stop poi ci auguriamo che la Lega decida di riformulare i calendari, facendo slittare i tre turni di marzo. Finire la stagione il 24 o 31 maggio non costituirebbe certo un danno, ma almeno sarebbe salvaguardato lo spettacolo del pubblico con le porte aperte. Noi siamo per congelare e slittare, non per le porte chiuse. Tutto ciò nel massimo rispetto delle autorità e delle norme sanitarie».