Serie C, Rieti-Reggina si gioca a porte chiuse. Lo Slo Mezzetti si dimette: «Ne ho viste troppe»
Il dietrofront della nuova società alla quale il Rieti nella giornata di giovedì aveva affidato il servizio stewarding, sta stravolgendo l’organizzazione della sfida di domenica tra la formazione amarantoceleste e la Reggina. La gara si disputerà quindi a porte chiuse. Questa decisione ha portato anche alle dimissioni di Alessandro Mezzetti, che in società ricopre il ruolo di Slo. Intervenuto ai microfoni de “Il Messaggero”, Mezzetti ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto alle dimissioni: «Dal giorno in cui ho iniziato a collaborare con il Rieti calcio credevo che lo stadio fosse il luogo dove si puo’ essere tutti piu’ umani e giusti. In questi due anni ho collaborato con molte persone, alcune serie ed altre meno ma mai è venuto a mancare il mio impegno per la squadra di calcio della città. Dai miracoli per aprire lo stadio in tempo dopo le due porte chiuse dello scorso anno alla corsa contro il tempo per consegnare l’iscrizione di questa stagione credevo di averle viste tutte invece ne avevo ancora da vedere. Mai ho pensato di dimettermi, mai ho pensato di fermarmi per quelle che erano le mie competenze. Sempre ho gettato il cuore oltre l’ostacolo superando tante difficoltà facendo squadra, confrontandomi, studiando, cercando di capire e sempre capire le ragioni degli altri per far rotolare un pallone in mezzo al campo. Molti non sanno il lavoro, il sacrificio, le arrabbiature, le gioie e le soddisfazioni che sono dietro alle quinte indipendentemente dal risultato e da “grazie” che non sono mai arrivati. In quelle stanze della segreteria ho conosciuto gente vera e gente meno vera, uomini e quaquaracqua’, sono nate amicizie. In molti mi dissero di non accettare, io l’ho fatto per la maglia e per la città, dopo aver ricoperto ruoli ben piu’ importanti, ma credo che l’impegno civile per una passione cittadina sia prima di tutto un arricchimento personale. Se mi sono dimesso è perché sono arrivato stanco dopo mesi di pressing psicologico e mai un grazie, una pacca sulla spalla, una cena offerta. Se sono arrivato a questo punto è perché ho visto ciò che non avrei voluto mai vedere. Se sono arrivato a questo punto è perché Domenica non sarà uno spettacolo e certe cose le fai, anche con fatica, se ne vale davvero la pena. Ringrazio chi mi ha sopportato in questi mesi, anche quando mi incazzavo per le cose storte. Chi mi conosce sa che ho interpretato il mio ruolo col cuore arrivando come diceva il mitico Eziolino “ai limiti dello strapazzo. Ringrazio i giocatori, coloro che mi hanno fatto esultare dopo un gol o una partita ben giocata, ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di vivere le stagioni piu’ travagliate della storia recente del Rieti calcio. Ringrazio i colori, l’amaranto e il celeste, violentati negli ultimi tempi. Col calcio non ho finito il mio percorso mi dedicherò alla scuola calcio, imparando dai bambini cosa è il calcio, quello vero perché dopo tutto questo c’è bisogno di disintossicarsi. Disponibile nei tempi e nei modi ad essere partecipe di un “progetto serio e costruttivo” mettendo a disposizione il sapere e le conoscenze apprese in questi mesi».