L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara del Palermo contro il Potenza.
C’è un «buco» a destra e Baldini ha tre nomi per chiuderlo. Il tecnico mischia le carte, ma stavolta prova tutti gli uomini a disposizione per l’unica parte di difesa ancora alla ricerca di un padrone. Almeno, sembrava dovesse esserlo Accardi, che ad Avellino non ha giocato a causa di una gastroenterite e contro la Fidelis Andria non è stato certo un protagonista in senso positivo. Il palermitano, finora, è stato tra quelli che più hanno beneficiato del cambio di guida tecnica, con sette presenze da titolare su undici partite. In vista di Potenza, però, la sua partenza dal primo minuto non è affatto scontata. Perché la prestazione di mercoledì impone cambiamenti e perché in quel ruolo, Baldini, deve fare i conti non con una, ma con due possibili alternative. E ieri, nella partitella di fine allenamento, le ha provate tutte.
Il primo della lista è Doda, in campo novanta minuti all’esordio del nuovo tecnico a Catanzaro e poi mai più visto sul terreno di gioco, tra scelte tecniche e infortuni. Una situazione che lo ha pure fatto finire fuori dalla lista dei convocati dell’under 21 albanese (il ct Bushi non lo ha inserito nell’elenco per le sfida contro i pari età di Repubblica Ceca e Inghilterra del 25 e 29 marzo), ma nella sessione conclusiva dell’allenamento è stato l’unico tra i tre «concorrenti» a non lasciare mai il campo dello Sport Village di Tommaso Natale.
Accardi, inizialmente, non ha preso parte alla partitella, salvo poi subentrare a seduta in corso al posto di Buttaro, schierato nella formazione opposta a quella con Doda nel quartetto difensivo. Il romano classe 2002 ha ripreso ad allenarsi interamente col gruppo, dopo due allenamenti in cui Baldini ha preferito fargli svolgere un diverso tipo di lavoro, più improntato sulla forza.
È anche vero che nelle scorse settimane Buttaro è stato tra quelli che ha subito più tirate d’orecchi da parte del tecnico: il giorno prima di Palermo-Vibonese è stato provato tra i titolari, salvo poi finire nell’alt ro schieramento insieme a Perrotta (entrambi poi partiti dalla panchina), mentre ad Avellino è stato tra i giocatori che meno ha convinto l’allenatore, per sua stessa ammissione.