Serie C. Caccia al secondo posto. “Il Mattino” di Avellino: “Le 27 possibili combinazioni all’ultima giornata”
L’edizione odierna de “Il Mattino” di Avellino si sofferma su tutte le possibili combinazioni per la lotta al secondo posto che si decreterà all’ultima giornata della regular season.
Non sono bastate 35 partite per decidere se l’Avellino di quest’anno riuscirà a fare meglio di quello di un anno fa agganciando la piazza d’onore, o eguaglierà il terzo posto per effetto dello scontro diretto sfavorevole contro il Catanzaro, esattamente come dodici mesi fa, o farà addirittura peggio chiudendo al quarto gradino del podio. Al di là di quello che sarà il verdetto dei prossimi novanta minuti, in sede di analisi della stagione regolare, non si può fare a meno di rimarcare l’insuccesso perché questa squadra, in realtà, era stata costruita con l’obiettivo primario di competere contro il Bari. Cosa che per la verità non è mai riuscita a fare nel corso dell’anno calcistico accusando sempre una decina di punti di distacco dai pugliesi. Inevitabilmente a farne le conseguenze sono stati Di Somma e Braglia in cui il presidente D’Agostino aveva riposto sette milioni di fiducia incondizionata. Una cifra ragguardevole per la terza serie sebbene inferiore a quella di Bari e Catanzaro. Una cifra comunque mostruosa rispetto alla media di un campionato che ha espresso valori davvero mediocri. Sarà anche per questo che la stessa vittoria roboante contro la retrocessa Vibonese, squadra costata quanto Maniero e Micovschi per intenderci, è stata archiviata senza trionfalismi.
In fondo lo stesso Gautieri, attuando un mini turnover, ha alla vigilia dimostrato di non temere affatto l’impegno proiettando già con il lavoro e la programmazione alla post season. Quasi per magia e per fortuna, grazie ad un assurdo regolamento che in Lega Pro su sessanta squadra ne premia solo tre nella stagione regolare, con la quarta che trionfa in mezzo ad altre trenta, l’Avellino ha adesso ancora l’ultima possibilità di riscattarsi entrando in paradiso per la porta più stretta della post season. Un cammino irto di insidie che, dovesse arrivare quarta, diventerebbe simile alla cruna di un ago. Dalla sua angolazione mister Gautieri, che quest’oggi riprenderà la preparazione in vista della sfida dello Zaccheria, è lo stesso convinto di poter realizzare l’impresa indipendente da dove si ritroverà a ripartire. Con il recupero ormai prossimo di Maniero, che da oggi proverà a rientrare in gruppo ma domenica potrebbe essere rischiato solo in caso di necessità perché è anche diffidato, il tecnico resta convinto di potersela giocare contro qualsiasi avversario pure dei gironi A e B.
Un convincimento che gli viene dal miglioramento della condizione atletica generale ma anche dalla fluidità di una manovra che ha ormai ancorato al 3-5-2. Seppur continuando a sperimentare in allenamento il suo 4-3-3 dei desideri, l’ex allenatore della Triestina ha quasi preso atto di una sorta di crisi di rigetto che con lo schema zemaniano riscontra in particolare in difesa, dove gli manca un elemento veloce ed affidabile centralmente, sulle corsie laterali, perché Ciancio e Tito poco si adattano a solcare la fascia e, soprattutto, nel classico ruolo di play, dove si è finora sforzato di provare De Francesco, Aloi eMatera. Diversamente in attacco Kanoute, Murano e Di Gaudio, in attesa di Maniero e con Plescia che lancia qualche segnale di ripresa, le cose vanno meglio. Pesando ogni cosa sulla bilancia dei vantaggi e degli svantaggi, però, Gautieri ha maturato la convinzione che per adesso conviene non perdere di vista la strada maestra. Ecco perché pure contro la Vibonese in dieci ha insistito nel tenere per 95 minuti in campo i tre difensori e domenica prossima, ironia della sorte contro il suo maestro, farà quasi certamente altrettanto. In fondo proprio il Catanzaro di Vivarini, che pratica lo stesso schema dei lupi, ha dieci giorni fa dimostrato che per sbancare Zemanlandia addirittura con un punteggio tennistico c’è bisogno più di uomini di qualità ed in for[1]ma che di moduli e schemi.
A Foggia, contro l’avversario che in questa stagione è stato il più penalizzato dalla giustizia sportiva quindi, l’Avellino si giocherà con le armi di sempre le residue possibilità di vincere la volata finale per il secondo posto contro il Catanzaro (64), impegnato in trasferta a Vibo Valentia (21), ma anche quelle più concrete e reali di mantenere a distanza il Palermo (63) che sarà di scena a Bari. Quello dello Zaccheria, stadio che sarà gremito nelle due tribune ma presenterà le curve vuote per effetto della pena da scontare dopo le invasioni contro Pietro Iemmello, per i lupi sarà il primo vero esame in vista dei playoff, anche per evitare di ritrovarsi quarti in classifica ed iniziare la post season addirittura dal turno preliminare in casa del 4 maggio.