L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla lotta al secondo posto e riporta un’intervista a Fumagalli.
Due stagioni per parte vissute intensamente: due promozioni che hanno arricchito il suo bagaglio umano e soprattutto di calciatore. Ermanno Fumagalli è stato protagonista indiscusso. Tanto a Foggia quanto ad Avellino. “Con i lupi abbiamo conquistato l’ultima promozione in serie B, nel 2013, dopo un campionato esaltante nel quale non eravamo accreditati tra i favoriti. Con i rossoneri invece dalla D siamo tornati in Lega Pro. Ho vissuto emozioni forti che non si scordano e che mi hanno segnato”.
Il portiere bergamasco, ora alla Viterbese nel girone B, si giocherà la salvezza ai play out. “E’ stata una stagione complicata, ma ora dobbiamo concentrarci al massimo per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti”. Tornando al passato c’è un filo conduttore che unisce Avellino a Foggia. “Sono due piazze calde, che vivono di calcio ventiquattro ore su ventiquattro – sottolinea Fumagalli – e lo fanno con enorme passione e competenza. Senza presunzione però credo che non tutti possano giocarci: serve carattere, personalità. Quando vinci ti fanno sentire un dio, quando perdi è meglio che non esci di casa. Io mi sono esaltato e soprattutto sono cresciuto grazie a quelle esperienze”.
In ballo ci sono punti pesanti per entrambe le squadre, ma guai a dare i verdetti per scontati. “Per me il discorso secondo posto è aperto eccome per i biancoverdi. La loro partita è quella sulla carta più difficile, contro un avversario imprevedibile e per questo saranno molto concentrati, avranno la giusta dose di adrenalina e di cattiveria. Il Catanzaro a Vibo invece incontra una formazione già retrocessa, che avrà però la testa libera da condizionamenti e timori, che vorrà chiudere la stagione almeno con onore. Stesso ragionamento per il Palermo: il Bari è in B ma perdere davanti a ventimila persone mica è un bel finale? Se c’è una cosa bella nel calcio è che nulla è scontato, tutto e l’esatto contrario è possibile e per questo è uno sport così emozionante e coinvolgente”.
La difesa solida, la migliore del campionato insieme al Bari (solo 24 gol subiti) è una vera garanzia. “I campionati ed i play off si vincono così. Sono molto contento – svela l’ex portiere dei lupi – per Gennaro Scognamiglio: è un mio amico ed è un grandissimo professionista. Ho visto che all’inizio non giocava ora però è un titolare inamovibile, uno come lui per me deve esserci sempre, anche se non è al massimo della condizione. Forte? Francesco l’anno scorso è stato premiato in modo meritato, in questa stagione ha avuto qualche fase difficile. Ma chi non la ha? Nel calcio come nella vita. Ha bisogno di certezze come tutti i portieri ed ora che le ha sta dando sicurezza ed autorevolezza al reparto”. In attacco il risveglio di Plescia e Murano lasciano ben sperare. “Sono giocatori molto forti che non hanno ancora espresso del tutto il loro potenziale. Per non parlare di Kanoute e Di Gaudio che rappresentano l’arma in più mentre Micovschi ora ha l’occasione di dimostrare davvero il suo valore”.
Il Foggia segna tanto: 60 reti non sono mica da tut[1]ti. “Il maestro Zeman cambia i giocatori, li arricchisce, li fa crescere: vedi quello che ha fatto con Garofalo, ma anche la stagione di Ferrante, Curcio e Merola è davvero importante. E’ una squadra imprevedibile, che segna tanto ma lascia giocare tanto. Non mi sbilancio nei pronostici: opto per una tripla. E poi sono curioso di vedere che farà Gautieri. Non capita tutti i giorni di sfidare il proprio maestro: ci terrà a fare bene, a dimostrargli che è stato un buon allievo”.