Serie B stasera l’anticipo Brescia-Feralpisalò. Le probabili formazioni

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulle probabili formazioni del match tra Brescia e Feralpisalò.

Come tutte le prime volte bisogna, capire, decifrare per poi magari godersela appieno. Brescia-Feralpisalò, in programma oggi alle 20.30 al Rigamonti, è una partita che a livello ufficiale non c’è mai stata, così come non era mai successo che la squadra del capoluogo (112 anni di vita) affrontasse in B una squadra della stessa provincia. Il Brescia resta il Brescia: è la “Nazionale” di un maxi-territorio che conta oltre un milione di abitanti. Tutto tifano Brescia, anche se magari non vanno con costanza allo stadio. Da quest’anno però sullo stesso livello c’è anche la Feralpisalò: il numero di tifosi e di attenzione verso i lacustri non è paragonabile a quello della squadra bandiera, ma oggi è “face to face” e il blasone conterà solo in parte. Attesi tra gli 8 e i 10.000 spettatori (poco più di 200 nel settore ospiti, ma altri salodiani o simpatizzanti saranno in tribuna e gradinata). Brescia vivrà così per la prima volta quello che Verona ha già vissuto con Hellas e Chievo, Bergamo con l’AlbinoLeffe e l’Alzano, Padova con il capoluogo e il Cittadella.

Partita da maneggiare con cura, anche i due allenatori non sanno come definirla. «È una partita importante tra due squadre bresciane – dice Daniele Gastaldello, tecnico del Brescia -. Lo è per tanti motivi, per noi: per la classifica, per la consapevolezza di poter continuare a far bene e mantenere l’imbattibilità. E’ difficile è importante. E’ un derby perchè giocano contro due squadre bresciane, ma non so dirvi che significato possa avere in generale per la gente». «È una gara importante per il nostro percorso – sostiene Vecchi – per la nostra classifica e il nostro campionato, a prescindere da tutto. Poi è chiaro che per la Feralpisalò questo match è importante sia per l’essere stata la prima società bresciana a disputare un derby a Brescia (in B, ndr), sia per l’esser stata la prima società bresciana in B oltre al Brescia, per tanti motivi questa gara diventa motivo di soddisfazione ed è il simbolo del buon lavoro che abbiamo fatto per arrivare a partite di questa importanza. Poi voi giornalisti dovreste spiegarmi se chiamarlo derby oppure no…».

Non c’è rivalità, non essendoci una storia se non qualche amichevole estiva dove pure spiccano due clamorosi risultati con i “cugini di paese” capaci di imporsi anche 5-1 e 6-2 nonostante l’allora differenza di categoria. Tensione c’è tra i due presidenti, inutile negarlo. Cellino, che non è detto sia allo stadio (finora non ha saltato una partita interna, sia a porte chiuse che aperte), quasi un modo per snobbare l’avversario, non ha mai voluto stabilire un contatto col collega Pasini e in estate gli ha negato l’uso dello stadio Rigamonti obbligando i neopromossi a giocare i match interni a 115 km di distanza, non essendo a norma il “Turina” di Salò. Pasini ha definito questo sgarbo «una ferita aperta». Cellino fa spallucce. Sul campo si parte dal +5 in classifica per gli uomini di Gastaldello, che hanno anche tre partite in meno. Chi ha più da perdere? «Il Brescia per un fatto di blasone – dice Vecchi – entrambi se guardiamo la classifica». «Io non guardo a chi ha più o meno da perdere – dice Gastaldello – io vado sempre in campo per vincere». I biancoazzurri dovrebbero giocare col solito 3-5-2, ci sarà il rientro dal 1’ di Paghera e in attacco Moncini (reduce dal gol all’Ascoli) preferito a Borrelli. Vecchi dice: «Non cambio modulo, anche se ora abbiamo soluzioni differenti». Avanti quindi con il 4-3-3, ma attenzione alla possibile sorpresa delle due torri in avanti: La Mantia più Butic è un’idea che stuzzica in riva al lago.