L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma Pohjanpalo del Venezia e la svolta dopo l’arrivo di Vanoli.
Ci sono un italo-peruviano (Lapadula), un marocchino (Cheddira) e un italo-brasiliano (Brunori), rincorsi da un finlandese. Non è una barzelletta, ma la classifica dei marcatori. Joel Pohjanpalo viene da Helsinki, capitale che si estende su più isole, e ha scelto di vivere a Venezia, in laguna.
Però Venezia è molto meglio… «Ho lasciato Helsinki a 18 anni, ho vissuto a Dusseldorf. Nessuna città può reggere il confronto con Venezia, e io me la godo».
Non è scomodo andare tutti i giorni a Mestre ad allenarsi? «Sto a San Polo. Cammino volentieri, ho il mio bar preferito dove prendere il caffè, poi ho la macchina a piazzale Roma e in dieci minuti sono al campo. In Germania ci mettevo di più».
Un gol su tutti? «Il primo in Nazionale, il primo della Finlandia nell’ultimo Europeo: 1-0 alla Danimarca. La partita in cui Eriksen ha rischiato la vita. Quando si è ripreso la partita è stata strana, ho fatto gol e non ho voluto festeggiare».
Ha giocato 61 partite in nazionale, mai contro l’Italia. «Eravamo nello stesso gruppo di qualificazione nel 2020 ma ero infortunato, spero ricapiti».
Un attaccante forte in Italia? «Qui è dura fare gol, chi fa gol è davvero forte. Osimhen fa un lavoro eccezionale in una grande squadra. Poi Lukaku, abbiamo giocato contro in nazionale».
E in Serie B?«Lapadula, anche se contro di noi era infortunato».
Col Venezia s’era messa male, c’era il rischio di retrocedere. «La svolta è stato l’arrivo di Vanoli. Cambiare allenatore è traumatico, ma spesso necessario».
Adesso siete vicini ai playoff. «Anche al playout. I playoff non sono un pensiero che ci sfiora».