Intervenuto nel corso della conferenza stampa odierna, Gianluca Paparesta, ex presidente del Bari, ha rotto un silenzio che durava da quattro mesi, ovvero dal passaggio delle quote del club dalle sue mani a quelle dell’ex socio di maggioranza Cosmo Giancaspro. Ecco alcune delle sue parole: «Adesso chiedo che un giudice mi dica se ho diritto a conservare le azioni di proprietario o se invece l’operazione di ricapitalizzazione era giusta. Nei primi giorni di ottobre ho intrapreso un’azione giudiziaria ordinaria, insieme a mio padre Romeo, contro Cosmo Giancaspro, ma non contro la società. Se dovessimo vincere, avremmo comunque garanzie per mantenere la società grazie a un gruppo solido di imprenditori che sarebbe stato già pronto a giugno. La mia intenzione non è quella di turbare la squadra e ostacolare gli obiettivi sportivi. Ma lo faccio perchè punto al ripristino del ruolo di azionista di maggioranza, partecipazioni delle quali oggi non ho più titolarità a seguito di azioni non corrette dell’attuale numero uno del club. Io vivo a Bari, non scappato via, la mia famiglia vive qui. In tre anni ho perso vita, risorse e patrimonio passato, presente e forse futuro. Probabilmente non dovevo fidarmi senza che arrivassero i soldi, ma non ho fatto tutto questo per interesse. Al contrario, io sono il primo a essere stato danneggiato dall’operazione Noordin, ho ipotecato miei beni personali per ottenere i mutui. E stiamo riflettendo su una eventuale azione anche nei confronti del malese».