L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Catanzaro che alza la voce dopo il ko contro il Modena.
Un vecchio e dimenticato ricordo: con il 2-1 incassato dal Modena il Catanzaro si è ritrovato a fare i conti con 2 sconfitte di fila dopo un anno e mezzo. L’ultima volta era successo in Serie C (marzo 2022) fra la trasferta di Monopoli e lo scontro in casa col Bari. Il tecnico Vivarini ha salvato la prova della sua squadra, si è soffermato sugli episodi decisivi (il pari regalato a Manconi dopo il vantaggio di Vandeputte, la traversa di Ambrosino prima del sigillo di Bohzanaj) e ha puntualizzato alcuni aspetti che non gli sono andati giù delle direzioni di gara più recenti.
«Il Modena è andato meglio nel primo quarto della ripresa, ma dopo i cambi abbiamo ripreso campo. A parte le 2 reti e una punizione abbiamo concesso poco e creato di più, siamo amareggiati anche se accettiamo questo risultato, la Serie B è questa, si affrontano sempre avversari di livello, l’importante è non mancare mai nelle prestazioni e noi non l’abbiamo fatto nemmeno stavolta».
Metro di giudizio Su alcune azioni, soprattutto quella decisiva a favore del Modena, il tecnico ha sottolineato: «Potevamo commettere un fallo, però io insegno calcio. Mi interessa dire che uno come Ghion va tutelato o che andava ravvisata una gomitata di Palumbo, già ammonito. Non voglio giudicare gli arbitri, piuttosto il metodo e il regolamento che non tutelano chi gioca a calcio. Con questa e quella di Como sono 2 partite che va così». Il Catanzaro le ha provate tutte per rimettere la testa avanti, finendo con il 3-4-3 a trazione decisamente anteriore (D’Andrea, Ambrosino e Biasci più Vandeputte): «Abbiamo cambiato sistema, spostato i centrocampisti, il Modena era preparato, però se fosse entrata una sola delle 2 chance di Ambrosino parleremmo di altro. Ora voltiamo pagina, dovremo essere bravi a risalire».