Serie B, Brescia e Spal fino al Perugia incubo retrocessione per le big. Cosmi: «Servono società forti»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulle big in serie B che faticano e riporta le parole di Serse Cosmi.
Sei squadre e un solo posto desiderato. A meno che dal Cittadella in su qualcuno venga ingabbiato nelle prossime settimane (cosa da non escludere), la lotta per restare in Serie B al momento sembra circoscritta a Perugia, Venezia, Benevento, Cosenza, Spal e Brescia. Quando la musica terminerà al triplice fischio delle 38a giornata, tre di loro andranno in C, due al playout e una sola si siederà serenamente sulla sedia della B. A risaltare sono i profili delle sei squadre coinvolte. A parte il Cosenza, mai stato in Serie A e reduce dalla salvezza della scorsa stagione solo al playout contro il Vicenza, si tratta di cinque club con ambizioni, investimenti e storia da zona alta.
Ha mai visto una corsa alla salvezza così affollata in Serie B? «Ogni campionato ha la sua storia, questo è molto strano. Si devono preoccupare in tanti: la storia insegna che squadre destinate alla C sono riuscite a risalire e che altre senza problemi si sono fatte risucchiare. In 9 giornate il rischio di precipitare è forte».
Chi è partito per vincere il campionato adesso è più in difficoltà? «Assolutamente sì, è frustrante ritrovarsi in fondo. Per alcuni salvarsi è un’impresa, ma chi non è partito con questo obiettivo fatica a trovare motivazioni. Certi organici fanno paura, ma se adesso sono sul fondo evidentemente non erano all’altezza. In estate era difficile individuare squadre che avrebbero solo dovuto salvarsi: tutti parlavano di A2, poi il campo ha dimostrato che è una vera B. Il solo Cosenza sembrava candidato alla C, però nei finali di stagione sa sempre esaltarsi, quindi occhio».
Cosa serve a questo punto per riuscire a tirarsi fuori dalla bagarre? «Banale: vincere. Un pareggio può sembrare un buon risultato, in realtà è una mezza sconfitta. Solo un filotto di successi ti tira fuori. E poi dico che serve la società. Quelle più serie e capaci di gestire il momento con serenità e non perdono la testa sono quelle che alla fine si salveranno».