Serie B Braida: «Parma favorita numero uno per il salto in serie A»

L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” riporta un’intervista a Braida sulla B.

È stato attaccante del Parma, alla fine degli anni ’70. Ed è stato direttore generale inpectore della Sampdoria nella prima metà del 2014, matrimonio naufragato con l’avvento di Massimo Ferrero.

Ariedo Braida è quasi un doppio ex della sfida di domenica al Tardini. Ed è un dirigente che ha segnato gli ultimi 40 anni, dai colpi di mercato con il Milan di Berlusconi e Galliani (i tre olandesi, Weah, Shevchenko, Kakà, solo per citarne alcuni) fino all’esperienza con il Barcellona di Messi e l’avventura alla Cremonese, riportata dopo 26 anni in Serie A, anche se subito tornata in B. Da quest’estate Braida è un uomo libero, gli anni sono 77, la voglia di calcio resta forte: “Se c’è l’occasione giusta, io sono pronto”.

Braida, come ha vissuto quest’estate senza squadra? «Nella vita ci sono momenti buoni e altri meno, bisogna guardare avanti e l’ottimismo
aiuta a fare meglio. La storia è scritta, non la cancella nessuno, ma dobbiamo pensare a quel che verrà, a fare cose positive per noi stessi e gli altri».

Come si vince in B?

«Entusiasmo, fame e voglia sono imprescindibili ma non sufficienti. Gli allenatori devono essere bravi a tirare fuori il meglio ma a monte servono calciatori di valore. E io credo che nella scelta gli algoritmi possono aiutare, ma non guidare, come anche l’intelligenza artificiale: è l’uomo che deve essere al centro delle scelte, con le sue intuizioni. Il calcio non Ë matematica o scienza, ci sono tanti aspetti, sentimenti, emozioni, famiglia, affetti, carattere. Nel calcio c’è per forza approssimazione ma se vedi che nel lungo periodo uno indovina le scelte allora capisci anche il valore di chi decide».

Giusto dare tempo a Pirlo? «Sì, deve poter lavorare in pace. Ho visto un po’ la Samp col Cittadella, c’è qualcuno che conosco di più, come Borini o La Gumina, peccato per il crack di Ferrari. Ma per capire quanto vale la rosa devi esserci dentro, viverla, andare a letto la sera pensando alla squadra che si costruisce provando sul campo giorno dopo giorno, insistendo. Tutti vorrebbero fare il 4-3-3 di Guardiola, ma devi avere i calciatori adatti. Può essere che Pirlo e la Samp li abbiano, da qui a gennaio lo capiranno, il campionato è lungo, c’è tempo per rifarsi. Ora è tutto nuovo, società, mister, calciatori: la Samp deve trovare la sua identità. Il Parma ora è un passo avanti alle altre di B. La Cremonese sulla carta è forte, arranca ma può risalire. Altre verranno fuori. E per la sfida del Tardini chissà, non sempre vince la più forte…»