Dall’alto delle sue 354 panchine in Serie B e con 4 promozioni in Serie A («anche da subentrato…», precisa a buon intenditor) con Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo, la lettura del campionato al giro di boa spetta a Beppe Iachini, uno che qui ne ha viste di tutti i colori. Anche tre squadre dominatrici come Sassuolo, Pisa e Spezia, quando però il trio si chiamava Juventus, Napoli e Genoa.
È normale una superiorità del genere?
«No. Sono fortissime: la partenza lanciata ha dato certezze e l’identità è arrivata subito. E poi ci sono grandi qualità tecniche. Altri, strada facendo, hanno cambiato modulo o allenatore e così hanno perso terreno. Vedo poche alternative, a parte la Cremonese».
Possono saltare i playoff?
«Dipende da come sapranno superare gli eventuali momenti difficili che ci sono sempre».
La prima e ultima volta che sono saltati fu lei il primo a rammaricarsi…
«Piacenza 2006-07, bastavano 9 punti di distacco e noi arrivammo quarti a -10. Una squadra di ragazzi stupendi: se non si fosse fatto male Cacia… Però, sapendo che davanti c’erano Juve, Napoli e Genoa, è stata una resa onorevole».
Chi l’ha delusa finora?
«Mi dispiace vedere attardate due mie ex squadre come Palermo e Samp, però hanno gli organici per recuperare. Me le aspettavo a ridosso delle prime. E poi la Salernitana: in certe piazze, se non parti bene, subisci la pressione».
È giusto dire che la vera Serie B è quella dal quarto posto in giù?
«Sicuro. Con i playoff a sei squadre e il playout può sempre succedere di tutto. E poi non ci sono squadre attardate come negli anni scorsi. Le ultime hanno fatto vittorie importanti e i giochi sono aperti per tutti: si alza la quota salvezza, e di conseguenza si abbasserà quella per arrivare ai playoff».
E le neopromosse corrono…
«Il lavoro svolto per vincere la C e la continuità, a parte il Cesena che ha cambiato allenatore, sono serviti. Sono rimasti l’entusiasmo della piazza e la fiducia dei giocatori: tanti sono al debutto, con questa forza affrontano la B senza paura. E comunque chi vince la C può giocarsela, a differenza di chi vince la B e sale in A, dove rafforzarsi è fondamentale».
Una squadra sorpresa?
«Juve Stabia e Carrarese stanno facendo percorsi eccezionali, nessuno se lo aspettava».
E l’allenatore?
«Possanzini. Anche il suo Mantova è una bellissima sorpresa. Davide è stato mio giocatore a Brescia, trasmette principi molto importanti e mette in difficoltà chiunque».
Qualche giovane per la A?
«Tanti. Shpendi mi ricorda Schwoch, poi Pio Esposito e Adorante, tutti attaccanti».
A proposito: la classifica marcatori la vince uno dei soliti califfi o un giovane?
«Dipende dal percorso della squadra: se una lotta per salvarsi è dura, ma se lotta per vincere l’attaccante si esalta».
Quali fattori possono influire nel girone di ritorno?
«Dopo il mercato capiremo molto, è una possibilità importante per rimediare agli errori dell’estate o agli infortuni. E comunque, se qualcuno riuscirà a prendere un Lapadula, sicuramente migliorerà».