Serie B al giro di boa. Iachini: «Che dispiacere per il Palermo. Chi prende Lapadula fa il colpo»

Iachini analizza la Serie B: gerarchie, delusioni e sorprese. Con 354 panchine in Serie B e ben 4 promozioni in Serie A conquistate con Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo, Beppe Iachini è una delle voci più autorevoli per analizzare il campionato cadetto al giro di boa. In un’intervista rilasciata oggi alla Gazzetta dello Sport, l’esperto allenatore ha tracciato un quadro dettagliato sulle forze in campo, sulle sorprese e sulle squadre attardate, soffermandosi sulle prospettive future e sull’impatto che potrà avere il mercato di gennaio.

Una Serie B dominata da tre squadre. Secondo quanto dichiarato da Iachini alla Gazzetta dello Sport, Sassuolo, Pisa e Spezia stanno imponendo una netta superiorità grazie a partenze lanciate e a identità di gioco costruite sin da subito. Tuttavia, il tecnico avverte: “I momenti difficili possono arrivare per tutti. Sarà fondamentale vedere come le prime tre sapranno superarli”.

Dall’alto delle sue 354 panchine in Serie B e con 4 promozioni in Serie A («anche da subentrato…», precisa a buon intenditor) con Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo, la lettura del campionato al giro di boa spetta a Beppe Iachini, uno che qui ne ha viste di tutti i colori. Anche tre squadre dominatrici come Sassuolo, Pisa e Spezia, quando però il trio si chiamava Juventus, Napoli e Genoa.

È normale una superiorità del genere?
«No. Sono fortissime: la partenza lanciata ha dato certezze e l’identità è arrivata subito. E poi ci sono grandi qualità tecniche. Altri, strada facendo, hanno cambiato modulo o allenatore e così hanno perso terreno. Vedo poche alternative, a parte la Cremonese».

Possono saltare i playoff?
«Dipende da come sapranno superare gli eventuali momenti difficili che ci sono sempre».

La prima e ultima volta che sono saltati fu lei il primo a rammaricarsi…
«Piacenza 2006-07, bastavano 9 punti di distacco e noi arrivammo quarti a -10. Una squadra di ragazzi stupendi: se non si fosse fatto male Cacia… Però, sapendo che davanti c’erano Juve, Napoli e Genoa, è stata una resa onorevole».

Chi l’ha delusa finora?
«Mi dispiace vedere attardate due mie ex squadre come Palermo e Samp, però hanno gli organici per recuperare. Me le aspettavo a ridosso delle prime. E poi la Salernitana: in certe piazze, se non parti bene, subisci la pressione».

È giusto dire che la vera Serie B è quella dal quarto posto in giù?
«Sicuro. Con i playoff a sei squadre e il playout può sempre succedere di tutto. E poi non ci sono squadre attardate come negli anni scorsi. Le ultime hanno fatto vittorie importanti e i giochi sono aperti per tutti: si alza la quota salvezza, e di conseguenza si abbasserà quella per arrivare ai playoff».

E le neopromosse corrono…
«Il lavoro svolto per vincere la C e la continuità, a parte il Cesena che ha cambiato allenatore, sono serviti. Sono rimasti l’entusiasmo della piazza e la fiducia dei giocatori: tanti sono al debutto, con questa forza affrontano la B senza paura. E comunque chi vince la C può giocarsela, a differenza di chi vince la B e sale in A, dove rafforzarsi è fondamentale».

Una squadra sorpresa?
«Juve Stabia e Carrarese stanno facendo percorsi eccezionali, nessuno se lo aspettava».

E l’allenatore?
«Possanzini. Anche il suo Mantova è una bellissima sorpresa. Davide è stato mio giocatore a Brescia, trasmette principi molto importanti e mette in difficoltà chiunque».

Qualche giovane per la A?
«Tanti. Shpendi mi ricorda Schwoch, poi Pio Esposito e Adorante, tutti attaccanti».

A proposito: la classifica marcatori la vince uno dei soliti califfi o un giovane?
«Dipende dal percorso della squadra: se una lotta per salvarsi è dura, ma se lotta per vincere l’attaccante si esalta».

Quali fattori possono influire nel girone di ritorno?
«Dopo il mercato capiremo molto, è una possibilità importante per rimediare agli errori dell’estate o agli infortuni. E comunque, se qualcuno riuscirà a prendere un Lapadula, sicuramente migliorerà».