L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul nuovo protocollo in serie A.
Manca solo un sì al nuovo protocollo anti Covid del calcio e di tutti gli sport di squadra. Un sì pesante. Quello del Comitato Tecnico-Scientifico, che si riunirà oggi alle 11 con un ordine del giorno peraltro affollatissimo. Dopodiché l’intesa sul protocollo battezzata dalla conferenza Stato-Regioni potrà diventare norma con una circolare del ministero della Salute e un’operatività – lo ha detto ieri il presidente federale Gabriele Gravina – che dovrebbe scattare già in questo fine settimana.
Le nuove regole, prima fra tutte quella che dispone il blocco del gruppo squadra nel caso si superi la soglia del 35 per cento di atleti/calciatori positivi, saranno un’indicazione di fatto tassativa per le autorità sanitarie locali e impedirà che ognuna vada per conto proprio di fronte alla gestione delle emergenze. Nel pacchetto di mischia anti contagio ci sarà pure un rafforzamento del controllo attraverso i tamponi: i contatti «ad alto rischio» del soggetto positivo dovranno sottoporsi a test antigenici ogni giorno e per cinque giorni. Il tutto indipendentemente dalla propria condizione vaccinale. Mentre quelli «a basso rischio» (chi non ha avuto contatti diretti con i giocatori) osserveranno le indicazioni che valgono per tutta la cittadinanza.
Strada giusta. La Lega di A ha fatto sua la soluzione in un’assemblea dei club in cui la posizione del presidente Paolo Dal Pino è stata ampiamente condivisa. Insomma, «siamo sulla strada giusta». Sempreché, ed è la speranza di tutti, le regole predisposte non vengano messe in crisi da un pronunciamento degli scienziati: «Ci auguriamo – dice ancora Dal Pino – che anche il CTS abbracci la nostra visione per uniformare centralmente le decisioni delle Asl ed arrivare nel più breve tempo possibile a un chiaro quadro applicativo».
Cts che però, sondato informalmente, non avrebbe sottolineato grandi criticità. Anche Luigi De Siervo è fiducioso: «Abbiamo trovato un sistema di regole certe – dice l’amministratore delegato della Lega – che consentirà al campionato di concludersi nei tempi prestabiliti, anche perché il calendario è talmente denso che non ci sono pause per recuperare».
25 O? Se il «non più del 35 per cento di positivi per giocare» è la norma chiave, la sua traduzione organizzativa è ancora da definire. Nelle ultime ore si è messo in discussione il tetto dei 25 su cui calcolare la percentuale in serie A. È probabile che la Federcalcio, sarà lei a prendere la decisione, possa alzare leggermente quel limite. In ogni caso, non va fatta confusione: una cosa è la lista sulla quale calcolare il 35 per cento, un’altra la rosa in cui scegliere per esempio in serie A (i 25 più la libertà di utilizzo degli Under 21). Anche il basket deve ancora decidere, la federazione lo farà con i club e le leghe, la cifra balla fra 12 e 14 giocatori. Il volley si è invece attestato sulla sua norma che già risponde alla logica del 35 per cento: con 4 positivi ci si ferma.