Serie A, la strategia federale: tamponi subito, poi solo test sierologici. Tutti i numeri e i dettagli
Secondo quanto riporta il “Corriere dello Sport”, ogni dettaglio della ripartenza del campionato è valutato con grande attenzione e, appurato che lo scoglio della positività e delle due settimane di quarantena non solo per il contagiato ma anche per i contatti stretti è insuperabile, Gravina e i suoi uomini si stanno attrezzando per aggirare l’ostacolo. Le parole d’ordine sono ritiri e soprattutto test sierologici.
Il problema della scarsa disponibilità di tamponi che è tanto d’attualità in questi giorni, secondo la Federcalcio, a breve non si porrà più. Sia perché, a dispetto delle differenti disposizioni normative delle varie regioni, le squadre si stanno organizzando (13 club li hanno già fatti) sia perché la situazione è destinata a migliorare. I prossimi test molecolari obbligatori per tutti i componenti del gruppo squadra sono in programma 48 ore prima del ritiro, diciamo sabato 16 (saranno ripetuti almeno dopo 24 ore), e poi, stando all’attuale protocollo della Fmsi, andranno effettuati ogni 4 giorni per avere la certezza di tenere il gruppo “negativizzato”. E’ chiaro che di tamponi ne serviranno diversi. Quanti? Per le prime due settimane di ritiro ne vengono stimati tra i 5.000 e i 6.000 per tutta la Serie A.
Nei piani di Gravina e dei suoi collaboratori però non si andrà avanti fino a inizio agosto con questi numeri. E non ci sarà neppure bisogno di protrarre il ritiro oltre le due settimane, diciamo oltre il 31 maggio. Perché? Il presidente della Figc ritiene che la curva dei contagi scenderà e soprattutto è fiducioso che una bella mano la daranno i test sierologici. Utilizzando i test sierologici per far entrare i calciatori nei centri di allenamento, è la convinzione della Figc, si può evitare di farli dormire in un ritiro blindato.