La notizia è che gli ultrà non l’hanno avuta vinta fino in fondo, ma qualcosa hanno ottenuto. Mauro Icardi rimane capitano dell’Inter, anche se è l’unica cosa che salva. Per lui ci sarà una multa molto salata, ma non la degradazione e l’umiliazione che la curva Nord aveva chiesto a gran voce, per iscritto e con numerosi cori di insulti allo stadio durante Inter-Cagliari (“Uomo di m…togliti la fascia”), a causa di alcuni passaggi dell’autobiografia del centravanti in cui si ricostruivano gli episodi di Sassuolo-Inter del 2014 in un modo che gli ultras avevano ritenuto addirittura offensivo. Ma a loro parziale risarcimento, la novità è che Mauro Icardi si è impegnato a ritirare il libro dagli scaffali e a ristamparlo, a sue spese, cancellando i passi incriminati e sostituendoli con una ricostruzione dei fatti più rispondente alla realtà. Fino a domenica sera c’era la sensazione che, raccogliendo in modo clamoroso l’istanza dei tifosi di curva, il club avrebbe tolto davvero la fascia a Icardi, anche solo per un periodo limitato (fino a fine dicembre o fino al termine del girone d’andata), visto che il vicepresidente Zanetti aveva preso una posizione durissima nei confronti del miglior giocatore interista da tre stagioni in qua, quasi anticipando il fatto che la fascia gli sarebbe stata tolta, o che comunque la questione era seriamente in ballo: “Ne parleremo”. Posizione riaffermata dal ds Piero Ausilio, secondo il quale Icardi aveva sbagliato in modo grave. Ma la notte ha portato consiglio, e chissà che alcuni episodi accaduti nel frattempo non abbiano indotto l’Inter a sterzare. C’è stata ad esempio una petizione di tifosi sul web, tifosi non di curva ma gente qualunque, che chiedevano con forza alla società di rivedere le proprie idee sul confronto Icardi-ultrà, difendendo le ragioni del giocatore contro quelle dei tifosi: d’altronde durante Inter-Cagliari era stato chiarissimo il fatto che mentre mille ultras di curva offendevano Icardi, gli altri 43mila spettatori erano tutti per il centravanti e contro la curva Nord che lo perseguitava. Ci sono stati un paio di commenti sui giornali di oggi, per niente schierati a favore della curva e del club, che forse hanno provocato qualche riflessione in più negli uffici di Corso Vittorio. C’è stato anche l’episodio, non ancora chiarito e sul quale anche la Digos sta indagando con acquisizione di immagini a circuito chiuso, degli ultrà che si sono recati domenica sera sotto casa di Icardi, forse in modo minaccioso e in ogni caso esponendo un altro striscione offensivo. Insomma, per certi versi l’Inter e i suoi tifosi di curva rischiavano di rimanere loro, da soli, sulla linea del Piave della fermezza e della punizione a Icardi, mentre il resto del mondo andava in tutt’altra direzione, pur riconoscendo che Maurito aveva esagerato a trattare certi argomenti sensibili nella sua autobiografia.osì oggi c’è stato un colloquio di un’ora e mezza tra Icardi e i dirigenti (Bolingbroke, Zanetti, Ausilio, Gardini) al termine del quale si è deciso il da farsi. Icardi è uscito dalla Pinetina molto scuro in volto, ma poi ha postato un paio di foto di se stesso con la fascia di capitano, anticipando in qualche modo cosa era accaduto, anche se poi la foto è stata rimossa, alimentando il giallo. E mentre l’ex presidente Massimo Moratti afferma di non voler saper niente di questa storia (“E’ un grande caos e non voglio proprio entrarci”) gli ultras ribadiscono che il rapporto con Icardi non potrà essere ricucito in ogni modo, nonostante i tentativi che sono stati fatti e le scuse che lo stesso giocatore aveva pronunciato. Quindi la guerra continua. Chissà cosa accadrà quando Icardi segnerà un gol per l’Inter, come gli capita spesso: esulteranno o lo fischieranno? Ma forse sono questioni di lana caprina. L’enorme verità che giganteggia su tutta questa storia è solo una: l’Inter è un club in grande difficoltà. A livello societario e a livello tecnico. Così non si può andare avanti, urgono correzioni. L’unico uomo operativo e di campo e di calcio è il ds Piero Ausilio, che però è troppo solo, o circondato da dirigenti che di calcio sanno ben poco. Di casi come quello di Icardi, o simili, e di pasticci ne vedremo ancora. Qualcuno ponga rimedio, qualcuno intervenga. Altrimenti uno dei più gloriosi club d’Italia e del mondo affonderà irrimediabilmente.