Attraverso una nota apparsa sul proprio sito ufficiale, l’Hellas Verona ha deciso di rispondere alle pesanti dichiarazioni rilasciate dall’ex tesserato Michelangelo Albertazzi. Ecco il comunicato: “L’Hellas Verona FC, a seguito delle gravi dichiarazioni rilasciate dall’ex tesserato, Michelangelo Albertazzi, ha ritenuto doveroso ricostruire sommariamente la vicenda, al fine di fornire una ricostruzione obiettiva dei fatti, nel rispetto dei diretti interessati, della Società tutta, di coloro che la sostengono, dell’opinione pubblica in genere.
– Nel corso della sessione estiva del calciomercato, con inizio in data 1 luglio 2016, nessun club di serie A ed estero chiese di acquisire le prestazioni sportive del calciatore, reduce da 10 presenze nella stagione 2015/16 e dalla precedente presso l’AC Milan, in cui ne collezionava una in Tim Cup.
– Nella stagione 2016/17, durante il ritiro di Racines, il calciatore subì un trauma distorsivo al ginocchio sinistro per cui, dopo gli esami specialistici, si optò per una terapia conservativa, per permettere al tesserato di non perdere gran parte della stagione e non per nascondere la reale entità dell’infortunio o “portare a termine interessi di mercato”. Ci si domanda, infatti, come sarebbe stato possibile cedere un giocatore infortunato ad un’altra squadra dovendo il tesserato svolgere comunque le visite mediche di routine presso l’eventuale club di destinazione. In seguito al percorso riabilitativo e al rientro con la squadra, ad inizio agosto il calciatore subì un altro trauma allo stesso ginocchio, che, dopo nuovi accertamenti clinico-strumentali, evidenziava la necessità dell’intervento chirurgico. Tale operazione fu eseguita da professionisti scelti liberamente dal calciatore, così come da lui furono scelte le strutture dove svolgere il successivo percorso riabilitativo. Dopo circa cinque mesi il tesserato, considerato clinicamente guarito e pronto a tornare in campo, affermava di “non sentirsi pronto”, e per questo durante la sessione di calciomercato invernale (gennaio 2017) rifiutò ogni possibile trasferimento a titolo temporaneo, che gli avrebbe consentito di giocare con maggiore continuità e ritrovare la condizione migliore. Pertanto, essendo fuori dalla “lista”, continuò ad essere a carico del Club fino al termine della stagione.
– Al calciatore, nel giugno 2017 e tramite il suo agente, fu proposto un rinnovo contrattuale per un’altra stagione, subordinato, però, alla necessità di trasferirsi in prestito presso un altro club, al fine di avere maggiore continuità di prestazioni. Tutte le destinazioni (italiane ed estere) propostegli sono state però rifiutate, con svariate motivazioni, sia pur legittimamente dal punto di vista contrattuale ma con esiti controproducenti sia per l’atleta che per la società, che non lo avrebbe comunque utilizzato, non rientrando nei piani tecnici, come a lui comunicato. Alla luce di queste decisioni, ad agosto 2017 il presidente Maurizio Setti propose al calciatore la rescissione consensuale del contratto, ma Albertazzi comunicò anche in tal caso il proprio rifiuto.
– Alla fine di settembre 2017 il collegio arbitrale della Lega Serie A ha ordinato la reintegra in rosa del calciatore che, dal giorno di rientro presso lo Sporting Center di Peschiera, ha avuto un comportamento non consono alle “abitudini “ di uno spogliatoio di una squadra professionistica ovvero: filmare e fotografare direttamente o tramite terze persone gli allenamenti anche a porte chiuse, registrare conversazioni private con compagni di squadra (che durante una riunione gli hanno espressamente chiesto di porre fine a tali comportamenti che creavano inutili tensioni) e membri dello staff quali magazzinieri e medici (a loro insaputa), fotografare documenti riservati, svolgere sia sedute fisioterapiche che allenamenti con il telefono nascosto negli indumenti (come si evince dai filmati prodotti dallo stesso calciatore nel giudizio arbitrale).
– Ai primi di gennaio 2018 il collegio arbitrale, con il motivato parere fermamente contrario di uno dei tre arbitri (non quindi all’unanimità come si vorrebbe far strumentalmente credere nell’intervista rilasciata e dai toni del commentatore fuori campo, senza alcun contraddittorio) si pronunciava ordinando la risoluzione contrattuale, con l’obbligo di pagamento, da parte dell’Hellas Verona FC, della sola parte mancante dell’ingaggio sino al 30 giugno 2018 e le relative spese accessorie (e non “quasi un miliardo di vecchie lire” come erroneamente rilevato dal commentatore fuori campo, nemmeno per i complessivi due giudizi nell’importo indicato). Ad oggi il calciatore non ha collezionato nessuna presenza nella stagione 2016/2017 e nella 2017/2018. Considerato quanto sopra, la società ed i suoi i tesserati agiranno nelle opportune sedi, pur nel rispetto della decisone adottata dagli organi preposti, a tutela della propria immagine nonchè di coloro che quotidianamente vi lavorano diffidando chiunque dal pubblicare dichiarazioni palesemente lesive ed a maggior ragione se recepite in totale assenza di contraddittorio”.