Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha parlato in occasione dell’Assemblea tenutasi oggi.
Ecco qualche estratto:
«Quest’assemblea era stata convocata per due ragioni, uno il bando per i diritti TV a livello nazionale e l’altro sulla questione della centralizzazione degli archivi correnti, ritenuta così importante da inserirla nello statuto. Oggi le squadre hanno approvato all’unanimità le modifiche allo statuto e il bando con gli inviti a offrire. È una giornata importante perché queste modifiche, che dovranno seguire il loro corso e saranno trasmesse alla FIGC, inseriscono il principio per cui l’archivio corrente, per il prossimo quinquennio viene inserito nella commercializzazione in via centralizzata e viene previsto un criterio di riparto che tiene conto della storia delle squadre. Oggi giornata epocale per la storia dei diritti audiovisivi, rappresenta la consapevolezza della necessità di cambiare e rafforzare il luogo della Lega nell’organizzazione della competizione. Lo sforzo che la lega ha fatto è stato di portare il periodo da tre a cinque anni, ma il bando prevede una serie di pacchetti con possibili offerte a 3, a 4 o a 5. Aspettiamo le offerte, ma consentirà da 3 a 5 anni. Abbiamo già avuto i parerei che consentivano di licenziare il bando, con l’AGCM c’è stata un’ulteriore interlocuzione relativa all’estensione a cinque anni. Non sono previsti altri passaggi, per quanto riguarda le tempistiche siamo andati di corsa per pubblicare in tempi rapidi. Se non sarà maggio sarà giugno».
«Seconde squadre in Lega Pro? C’è un dialogo aperto, già l’anno scorso la Lega era riuscita a migliorare il processo sulle seconde squadre lavorando con la Lega Pro. Adesso stiamo lavorando per ulteriori aggiustamenti per consentire l’iscrizione di un’altra seconda squadra se non due. Le regole attuali sarebbero sufficienti, vorremmo certezza sul diritto di iscriversi: il punto resta quello. Se una squadra di Serie A vuole iscrivere la seconda squadra deve poterlo fare, non aspettando tempi lunghi. Quello che abbiamo visto negli Stati Uniti o con la UEFA che ha venduto a CBS i diritti per sei anni è che un maggior orizzonte temporale dà maggior interesse da parte degli investitori stessi. Negli Stati Uniti si parla di cicli da 7 a 9 anni: più c’è tempo, più l’interesse degli investitori sale».
«Senza parlare di prezzo, siamo partiti dal capire i bisogni del mercato. Se guardiamo agli ultimi cicli siamo arrivati sempre più a ridosso e questo non ha aiutato. Il primo punto era un prodotto di qualità molto alta e su questo, grazie ai grandi investimenti delle proprietà internazionali, nonché a quello che hanno fatto in stagione il Napoli e le milanesi, abbiamo un campionato molto più competitivo. L’anno scorso l’abbiamo previsto con la campagna Calcio is back. Siamo il campionato più competitivo d’Europa, di gran lunga. I broadcaster ci chiedevano due cose: i cinque anni e una battaglia vera contro la pirateria. Non sto a spiegare quanto questa lotta sia importante, ma finalmente dovremmo avere uno strumento, votato oggi all’unanimità dal Parlamento, una cosa che dà la misura di quanto il problema sia grave. Ci presentiamo sul mercato con un prodotto migliore, tecnicamente di alto profilo, con tanti investimenti tecnologici, compreso il fuorigioco semi-automatico che abbiamo solo noi in Europa. Abbiamo degli operatori, purtroppo non tanti perché in Italia la competitività non è semplice: abbiamo stilato otto pacchetti diversi in un bando matrioska. Per ciascuna configurazione vi sono vari pacchetti: si può scegliere, abbastanza su misura, un percorso. Troverete alcune anticipazioni su alcune configurazioni per cui si va verso una condivisione piena delle 10 gare, una co-esclusiva piena con due soggetti con 10 gare a testa. Abbiamo costruito un altro pacchetto con nove gare in esclusiva e la seconda scelta, il sabato sera, una gara in esclusiva, pensata per far competere soggetti come Amazon, Discovery, Rai: basti vedere al modello Coppa Italia, il chiaro non è più un tabù in Italia. Poi si entra nelle logiche legate ai prodotti in esclusiva: ci sono varie configurazioni diverse, troverete il modello adottato in Spagna, su 38 giornate tre giornate sono concesse a un unico operatore, in determinati periodi dell’anno, con le altre 35 giornate divise tra due operatori (cinque a gara). Poi troverete il modello dell’ultimo bando, 7+3. O ancora modelli che spingono più ancora sul concetto di esclusiva, con 8 gare in esclusiva e 2 in esclusiva all’altro: il sabato sera e una gara della domenica. Ci sarà, ma soltanto per tre anni, il pacchetto 9+1, che ritenevo la forma di commercializzazione che sviluppava più risorse, perché consente a un soggetto di avere più gare e all’altro di avere la seconda scelta settimanale, idealmente un big match. E poi troverete il pacchetto come lo conoscete oggi: 10 gare in esclusiva e 3 in co-esclusiva. Poi ci sarà il pacchetto più articolato e divertente, che è il 6, 3 costante, 1: sei gare da una parte, una singola che può andare anche in chiaro, e le altre tre con pacchetti aperti nel corso dei cinque anni a partire dal secondo anno. È un modello in co-esclusiva a cui possono partecipare più soggetti, è il più articolato perché consente a più soggetti di entrare in un ciclo e non bloccare il mercato. Ci sono poi delle opzioni, che migliorano il prodotto a livello tecnico, ma la grande novità, per cui abbiamo ascoltato molto i broadcaster, è che cresce moltissimo la qualità del contenuto. Un tema era arricchire il giorno gara e il pre-gara. La qualità dei contenuti sarà alta, sarà possibile girare nel pullman, in campo, fare l’analisi del pitch con gli atleti. Il coinvolgimento è molto più significativo. Il bando verrà pubblicato in italiano e in inglese entro una settimana da oggi, comunque il prima possibile, e poi inizierà una fase di trattativa privata, in cui auspicabilmente troveremo di questi otto modelli alcuni che funzionano meglio, e poi una fase in cui in un giorno ci si riunirà con gli interessati, con la commissione che dovrà portare alla fase finale della trattativa. Poi deciderà l’assemblea se accettare il massimo sforzo fatto dal mercato o accedere alla seconda matrioska, che rappresenta un intermediario indipendente come avvenuto con MediaPro: un soggetto che si sostituisce alla Lega. È più complicato rispetto al passato, ma abbiamo ritenuto di mantenerla. Se anche questo non fosse sufficiente, si arriva alla terza matrioska: si arriva finalmente alla scelta del canale, è una manifestazione vincolante per un periodo di 10 anni in cui un soggetto finanziario può, come distributore del canale, offrire un minimo garantito e presentarsi sul mercato. Perché questo avvenga, la Lega deve uscire dalla dinamica del bando e confezionare dei canali, dei contenuti, con all’interno la pubblicità. A quel punto, si configura un canale e il termine arriva fino ai 10 anni perché si entra in una dinamica diversa, la Lega entra in un percorso da cui non uscirà più, la distribuzione diretta del contenuto. Se tutte queste tre ipotesi non saranno andate a buon fine, diciamo entro la seconda metà di giugno, i primi di luglio avremo comunque uno scenario chiaro e se fossimo insoddisfatti potremmo ripartire da zero come accaduto in passato: non c’è stata una volta in cui la Lega ha approvato i diritti al primo giro, perché c’è tanta tattica in questa fase. Oppure potremmo creare il canale, con vendita direttamente al consumatore finale o alle varie piattaforme che hanno poi dei meccanismi di vendita al consumatore finale. È un po’ complicato, ma l’unanimità dà grande fiducia. L’elemento su cui abbiamo perso è stato l’archivio corrente, che era stato inserito nel primo bando in fase primordiale: questa volta è stato inserito in statuto e quel diritto, dopo una fase transitoria di cinque anni, rimarrà come previsto. Andiamo a vendere i diritti con caratteristiche simili o similari rispetto a quelli di altri campionati stranieri».