Il passaggio del pullman del Milan in piazzale Axum e la corsa di alcuni tifosi per seguirlo fino all’imbocco del parcheggio sotterraneo del Meazza. Che però è in via Achille, troppo vicino al noto “Baretto”, al piazzale dove il cuore del tifo interista sta aspettando Lukaku e compagni.
I tifosi rossoneri avvistati dalla Curva Nord e quindi rincorsi, e poi rispediti indietro dal doppio cordone di carabinieri del Battaglione e poliziotti del Reparto mobile con caschi e manganello sbattuto ritmicamente sulla plastica degli scudi. Tutti capiscono e tornano indietro, non ci sono contatti e non si fa male nessuno.
Così Repubblica ha descritto la tensione pre derby, in una giornata in cui almeno tremila appassionati per parte si sono ritrovati a manifestare la loro appartenenza all’esterno di San Siro. Presenti, con tanto di mascherina (non tutti però, e non sempre indossate su naso e bocca), ma sicuramente non distanziati gli uni dagli altri.
Gli specialisti di Digos e Nucleo Informativo, di Scientifica e sezione Rilievi, di via Fatebenefratelli e via Moscova, sorvegliano che la giornata non degeneri e censiscono capi, colonnelli, vecchie e nuove gerarchie, spiega il quotidiano. «Ci sono tutti, quelli che contano, a parte quelli colpiti dai Daspo, abbastanza furbi da non farsi vedere in giro», dice un investigatore.
Troppi gli occhi addosso, tra le televisioni e le videocamere di carabinieri e polizia, che servono invece a riprendere e identificare quante più persone possibile. Sono tutti in violazione delle norme anti-Covid: lo sanno gli ultrà, lo sanno i tifosi sciolti, lo sa chi prende nota e spedirà i verbali da quattrocento euro in differita.