In queste ore sta facendo molto discutere l’auspicio espresso dal CT della nazionale Giampiero Ventura in merito ad un anticipo dell’inizio del campionato di serie A durante la prossima stagione. L’idea sarebbe quella di iniziare a metà agosto, così da avere calciatori più rodati a inizio settembre quando gli azzurri affronteranno la Spagna nella gara decisiva per il primo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali del 2018. Si tratta di un’idea che è stata accolta positivamente anche dall’Associazione dei Calciatori, che però vorrebbe una pausa più lunga a gennaio. A spiegare la posizione dell’Assocalciatori è il vicepresidente vicario Domenico Calcagno. Ecco le sue parole rilasciate ai microfoni di “Radio Sportiva”: «Da tempo esprimiamo una posizione favorevole al fatto che il campionato inizi prima. Ci sono esigenze particolari nel precampionato delle nostre maggiori società che cozzano purtroppo con questo interesse, ma noi siamo d’accordo perché sarebbe molto utile per la Nazionale ma anche le squadre di club coinvolte nelle coppe, chi è costretto a partire presto per i preliminari. La nostra proposta si sposa col fatto di avere la possibilità di giocare a Natale e avere una sosta più lunga nel mese di gennaio. D’altronde anche le statistiche sulle Nazionali che hanno questo tipo di campionato sono chiare rispetto alla nostra o al modello inglese che vanno in direzione diversa. Dobbiamo prendere come esempio la Premier, non è un caso che la nazionale inglesi arrivi coi giocatori in uno stato di forma scadente a fine stagione; di questo ne hanno parlato tanti tecnici che si sono avvicendati alla guida di quella nazionale. Io penso che tutti concordino sul fatto che si gioca tanto e per questo motivo è meglio avere una pausa più lunga in periodi in cui le partite sono più complicate per via del meteo. Inoltre un mercato aperto ma senza giocare potrebbe permettere a tutti di tirare il fiato e avere una seconda parte di stagione ancora più bella. E’ più complicato concentrare tante partite di qualificazione delle Nazionali in meno periodi perché non credo che le squadre di club vogliano rinunciare a giocatori per periodi prolungati. La richiesta da parte di giocatori dei club più importanti è chiara, si gioca tanto, forse troppo, e ci sono degli eventi anomali come le 22 squadre in B. Per noi sarebbe meglio partire da norme che siano ancora più stringenti nell’ammissione al campionato e cercare di controllare il settore professionistico in base alla sostenibilità. Così da capire chi può e chi non può fare calcio. Anche se oggettivamente campionati a 20 e 22 squadre certamente potrebbero essere ridotti».