Serie A: allarme per la crescita dei contagi, scattate le misure anti focolai

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla serie A e l’aumento dei contagi da covid.

Allarme sì, panico no. Il calcio conta i suoi casi di positività e non può far finta di niente. Anche perché i tempi di incubazione del virus rendono inevitabile lasciar passare ancora 24-48 ore prima di fare un bilancio definitivo dell’effetto vacanze. Certo i 52 casi in Serie A fanno della giornata della ripresa di giovedì una specie di campo di battaglia con tanti giocatori costretti ai box dal Covid. Ma un anno non è passato invano e l’avanzamento della campagna vaccinale è tale da poter esorcizzare il fantasma dei rinvii a raffica.

Juve-Napoli Prendete Juve-Napoli, la partita simbolo, insieme con Lazio-Torino, delle vicissitudini giudiziario-sportive dell’ultima stagione all’insegna del Covid. Entrambe le squadre hanno i loro positivi, ma lo svolgimento della partita non è al momento in discussione. Anche perché i casi non sono frutto di un focolaio, la loro geografia è molto composita. Il Napoli, per esempio, ha preferito isolare per cinque giorni Petagna e Malcuit, gli unici del gruppo squadra ad aver incrociato uno dei positivi. Di fatto, andando oltre le regole previste per ogni cittadino.

E qui c’è l’altro punto cruciale: nel decreto di Natale, lo stesso che ha ridotto la capienza massima negli stadi al 50 per cento (e al 35 al chiuso), è cambiata la quarantena per chi ha fatto la terza dose e per chi è a non più di quattro mesi dalla seconda (cioè la stragrande maggioranza dei calciatori). Non c’è più l’obbligo di isolamento, ma di “autosorveglianza” con la prescrizione di sottoporsi a un tampone antigenico nel caso di comparsa di sintomi. Questo riduce parecchio la “variante Asl”, da sempre denunciata dal calcio (ma anche dal basket) come un elemento di difficoltà per il sistema, per i diversi atteggiamenti tenuti dalle autorità sanitarie locali di fronte a casi di positività. Ora le Asl potrebbero intervenire solo in caso di focolaio e di un numero consistente di positivi. Nell’attuale fotografia della Serie A, la situazione più delicata è quella della Salernitana con cinque calciatori positivi, la stessa che ha portato al rinvio della partita di Udine. Ma è passato un tempo sufficiente per pensare che ci possano essere delle “negativizzazioni” nelle prossime ore. Molto diversa è la situazione in B, dove ci sono diversi possibili focolai: 13 casi alla Ternana e alla Reggina, 11 al Crotone, 10 al Frosinone. Ma la ripresa del campionato in quel caso è più lontana, si torna per i recuperi il 13 gennaio.