L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla quella che sarà la Serie A 2022/23, la stagione che subirà un’interruzione dovuta al Mondiale.
Il primo Mondiale d’autunno cambierà anche i tempi della prossima Serie A: considerata la materia ingarbugliata il Consiglio di Lega si riunirà già stamattina per provare a delineare la cornice del calendario 2022-23. I punti fermi sono le date di Qatar 2022: il 21 novembre l’inizio del Mondiale, il 18 dicembre la finalissima di Lusail, a nord di Doha.
Il regolamento Fifa impone ai club di rilasciare i giocatori una settimana prima dell’inizio del torneo: la Serie A si adeguerà alle disposizioni, allineandosi alle altre leghe europee. Se i giocatori dovranno essere “liberati” sette giorni prima del via del 21 novembre, non un giorno in più, vuol dire che in campionato si giocherà fino a domenica 13. Dopodiché la A, come gli altri tornei nazionali, andrà in pausa. La durata dello stop inciderà sul finale di stagione.
Partenza e arrivo. E’ la prima volta nella storia dei Mondiali che la competizione non verrà disputata tra giugno e luglio, ma posticipata di cinque mesi: novità dovuto al fatto che, giocando in una zona molto calda, nel classico periodo estivo le temperature sarebbero state proibitive. Il cambio porta con sé uno stravolgimento dei calendari dei campionati, a cominciare dall’avvio. La Serie A della prossima stagione potrebbe anticipare la ripartenza a Ferragosto, o meglio al week-end del 13-14: possibile posticipo di una settimana, cioè al 20-21 agosto, come successo quest’anno. Ma se stavolta al 22 maggio 2021 saranno ufficiali tutti i verdetti, per quelli della A 2022-23 si dovrà attendere giugno. Il campionato si fermerà per i Mondiali, e scudetto e altre sentenze slitteranno: potrà essere tutto definito nel primo week-end di giugno, cioè tra il 3 e il 4, oppure più tardi, per il 10 e l’11, quasi alla metà del mese.
Pausa. Il Mondiale eleggerà il vincitore domenica 18 dicembre 2022. La Serie A ha due strade per la ripresa: ripartire subito dopo Natale, magari con il boxing Day di Santo Stefano (come nel 2018-19, stavolta di lunedì) e aggiungere un altro turno tra fine anno e inizio 2023, oppure estendere la sosta e ripartire con un infrasettimanale il 4 gennaio. In questo caso l’interruzione salirebbe a 52 giorni, comprensivi di sette fine settimana.