«Quattro sconfitte sono quattro sconfitte. Non si può fare finta di niente. Ma la nostra filosofia, il nostro modo di pensare devono restare coerenti. Ci siamo sempre giocati ogni partita. Non siamo mai stati umiliati o, tra virgolette, bastonati. Semmai forse nel morale. Adesso però dobbiamo ripulirci dalle scorie. Dobbiamo dimenticare il risultato delle ultime partite, per giocare bene a calcio bisogna essere leggeri mentalmente. Altrimenti siamo costretti a fare una partita diversa, con caratteristiche che non abbiamo. Ci vorrebbe una vittoria per ripartire». Settima giornata e primo esame per Giampaolo. Nei giorni scorsi, soprattutto a caldo nel post-Cagliari, criticato e messo più o meno velatamente in discussione da tanti media, critici e tifosi. Lui è sereno: «Se sento la vicinanza della società? Assolutamente sì. Per il resto non posso stare a disperdere energie inutili e mi sono isolato dall’esterno. So benissimo per esperienza come funzionano le cose. Io devo pensare a fare bene le cose sul campo, il mio compito è dare una linea di pensiero alla squadra. Queste quattro sconfitte pesano sul giudizio. Ma la società vede come lavoro e probabilmente ha fiducia». Fiducia che traspare nitida dalle parole dell’avvocato Romei: «La società ha sposato un progetto e si va avanti con Giampaolo. Ci sono stati degli episodi sfavorevoli che non hanno intaccato la nostra fiducia nei suoi confronti. Quando si parte da zero non ci si può fare condizionare dagli episodi. Certo, ci sono anche degli aspetti su cui lavorare,ma sapevamo che prendendo Giampaolo affrontavamo un discorso sul medio periodo. Non corre nessunissimo rischio». Dice bene Giampaolo, una vittoria rimetterebbe tutto in carreggiata. Con il rientro di Sala per Pedro Pereira il tecnico oggi contro il Palermo dovrebbe riaffidarsi alla formazione tipo delle prime tre giornate, eccetto l’indisponibile Pavlovic, ancora rimpiazzato nel ruolo da Regini. «Io la Sampdoria non l’ho mai persa – ha continuato il tecnico -. La partita con il Palermo è piena di insidie, dovremo giocare con il piglio, l’atteggiamento e l’entusiasmo giusti. Ela giocheremo in 15: undici dall’inizio, tre sostituti e la nostra tifoseria che ci trasmette sempre vicinanza e calore. Sarà un’arma in più per noi, che può fare la differenza». Giampaolo respinge l’etichetta di “integralista”: «Per cosa? A Cagliari dopo l’1-1 abbiamo giocato per vincere, sì. Mancavano quattro minuti alla fine, ci credevamo e poi dopo quei cambi non avevo più in campo una squadra adatta a fare le barricate. Ma io se non riesco a creare una mentalità forte, la squadra è morta. Perché, in generale, devo difendermi abbassandomi se posso farlo venti metri più in alto? In queste prime sei gare abbiamo conquistato 107 palle nella metà campo avversaria». Il tecnico va avanti sulla sua strada, che ha già mostrato risultati e gioco: «Perderei la credibilità se cambiassi tutto. Mi sentirei dire giustamente “allora ci hai raccontato balle per tre mesi”. Devo avere la coerenza di portare avanti quell’idea di gioco perché sono convinto che proprio attraverso quell’idea posso raggiungere l’obiettivo. La coerenza è anche sottolineare come la Samp sia ringiovanita e avere poi la struttura per sostenere qualche errore individuale e le sue conseguenze. E poi bisogna anche valutare le nostre caratteristiche. Non siamo una squadra fisica, non abbiamo una torre là davanti… quello è un altro calcio»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Secolo XIX”. Ecco in basso le probabili formazioni: