Sechi (Pres. Torres): «Le porte chiuse sono un delitto. Il campionato di Serie D può terminare…»
«Premesso che non rientra nelle mie competenze entrare nelle decisioni prese dal Governo per l’emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese, per il calcio, ed in particolare per le categorie dilettantistiche, le misure sono estremamente pesanti. Noi come altre squadre basiamo i nostri bilanci di inizio stagione sull’apporto degli incassi al botteghino, privarci con le porte chiuse di questo rilevante fattore è inconcepibile. Pensare di dover giocare Torres-Turris senza tifosi non sta né in cielo, né in terra. Il calcio non è qualcosa di privatistico ma uno spettacolo che va vissuto con i tifosi. E’ come se in un teatro gli attori recitassero da soli. Io sono assolutamente contrario alle porte chiuse, sono per non giocare. Aspettiamo queste due settimane di stop poi se dovesse permanere lo stato di emergenza nazionale, a quel punto sono per valutare concretamente la possibilità di far slittare le partite. Nessun problema che il campionato possa terminare a giugno, spareggi compresi, d’altronde i nostri atleti sono tesserati fino al 30 giugno, quindi è possibile svolgere fino a quella data l’attività agonistica. Le porte chiuse sono un delitto. In tal senso ho anche avuto modo di esprimere in Lega il mio pensiero e sono fiducioso sulla loro possibilità di ascolto delle nostre istanze». Queste le parole del presidente della Torres, Salvatore Sechi, rilasciate ai microfoni di “SoloSavoia.it” in merito al rinvio della 27esima giornata di Serie D per emergenza Coronavirus.