Diciamoci la verità, fino a qualche mese fa, tutta la tifoseria palermitana, a dispetto dei pochi fedelissimi di Zamparini rimasti ancora avvinghiati alla vecchia proprietà, urlava con un grido disperato: «rispetto»; insomma, quella cosa che a detta di molti tifosi è assolutamente mancata negli ultimi sette anni (sì, è passato tutto questo tempo da quella maledetta finale di Coppa Italia).
A distanza di un po’ di tempo, ci ritroviamo ad oggi, quindici gennaio duemiladiciannove. Giorno in cui il Palermo, almeno sulla carta, dovrebbe avere finalmente una nuova proprietà, un nuovo progetto, dei nuovi capitali e soprattutto…dei volti nuovi. E allora vi chiederete, cosa c’è che non va? Per quale motivo chi sta scrivendo questo editoriale lo sta facendo con una non proprio celata preoccupazione?
La risposta è che niente, in questo momento, sta andando per come dovrebbe andare, almeno per quanto riguarda la struttura “dirigenziale” della società, visto che almeno la parte sportiva sta andando bene, con la squadra che fino a prima di tutta questa ingarbugliata vicenda si trovava prima in classifica, guidata da Roberto Stellone e supportata dal direttore Rino Foschi. Ed è proprio il ds rosanero l’elemento di preoccupazione venuto a galla nelle ultime ore.
Che ancora non ci fosse stato l’aumento di capitale si sapeva, che la struttura della società e tutte le scatole cinesi dietro a questa operazione di cessione siano ancora un mistero si sapeva, ma ciò che non si sapeva era che l’unico elemento fondamentale in seno al club di viale del fante, la colonna portante, colui che fin dal suo ritorno ha costituito la speranza per i tifosi in virtù della sua esperienza e del suo grande amore per i colori rosanero, venisse scavalcato, sovrastato, quasi come «ignorato» da Richardson e da tutti i nuovi volti del Palermo.
Chiariamo subito a scanso di equivoci che se realmente i proprietari del Palermo sono questi inglesi, allora è lecito che un nuovo proprietario metta becco sulle vicende di casa propria, scegliendo da chi essere rappresentato e mettendo i propri uomini di fiducia dove meglio crede. Ma sicuramente, questo non va fatto nella maniera in cui stanno agendo Richardson&Co.. Basterebbe una telefonata, seppur dolorosa, con la quale il rapporto tra Foschi e la nuova proprietà cesserebbe immediatamente. Eppure si preferisce fare annunci social di dubbia credibilità (perchè è evidente che una foto di James Sheehan oscurata per simboleggiare l’arrivo di un mister X, sia qualcosa che oggi viene definito con il termine “trash”) piuttosto che stabilire, una buona volta, a quasi 15 giorni dall’insediamento “ufficiale”, quelli che saranno i programmi per il futuro.
Passatemi il termine volgare, ma in mezzo a tutto questo caos Foschi, qualora fosse davvero all’oscuro di tutto e mi riferisco in particolar modo al fatto di non conoscere eventuali informazioni diciamo così, “particolari”, riguardo ai nuovi proprietari, avrebbe realmente ragione di essere «incazzato». Non è ammissibile che un dipendente di una società venga ignorato e scavalcato da altre persone, in questo caso Dean Holdsworth e Jake Lee, che ad oggi non risultano nemmeno ufficialmente essere dirigenti del Palermo Calcio. A nessun titolo.
In queste righe, non si vuole certo buttare fango sui nuovi proprietari, non mi piace giudicare nessuno, figuriamoci chi è appena arrivato e sta facendo più rumore di un elefante in una cristalleria. Ma è ora di smetterla di scherzare, c’è bisogno di chiarezza. Il Palermo ed i suoi tifosi hanno bisogno di pace, di pensare al campo e di tornare a sognare con la mente sgombra da vicende di questo tipo.