Sicilia. Scuole chiuse, altolà dei prefetti. Ma alcuni sindaci non arretrano Orlando: «Tuteliamo la salute»
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla questione delle scuole chiuse in Sicilia.
Le 48 ore più lunghe della scuola siciliana. E l’ondata di caos è destinata a proseguire. Una task force regionale che ordina la riapertura delle scuole e circa 200 Comuni siciliani che, per tutta risposta, mantengono chiusi gli istituti fino a domenica. Dirigenti scolastici in confusione e nervosismo alle stelle tra le famiglie con chat di classe impazzite.
Il tutto è sfociato ieri con ricorsi al Tar e provvedimenti dei giudici amministrativi e lettere partite dalle segreterie di alcuni prefetti che invitano i sindaci a fare marcia indietro. La sintesi è di una Sicilia che vede in minima parte gli alunni tornare tra i banchi e in maggioranza quelli che proseguono le vacanze di fine anno o che faticosamente riaccendono i computer per attivare la dad.
Tar e prefetti. Quella di ieri è stata un’altra giornata convulsa, in un conteso nel quale la scuola siciliana marcia a velocità diverse e in modo disomogeneo, e durante la quale sono entrati in gioco pure giudici e prefetti. C’è il caso Messina col Tar di Catania che ha sospeso l’ordinanza del sindaco Cateno De Luca, il quale disponeva la chiusura fino al 23 gennaio delle scuole con lo svolgimento della dad. Poche ore prima un gruppo di cittadini palermitani, tra i quali diversi avvocati e magistrati, rappresentati dall’avvocato Fabrizio Dioguardi, impugnava davanti al Tar di Palermo le ordinanze con cui i sindaci del capoluogo e di Agrigento hanno chiuso i cancelli delle scuole «in contrasto con le indicazioni del governo».