Scuola: trovato accordo su concorso precari. La Azzolina ha minacciato le dimissioni? Il retroscena
La Azzolina avrebbe minacciato le dimissioni prima di trovare una quadra sul Dl Scuola. È quanto emerge da uno dei tanti retroscena che hanno caratterizzato la notte del 25 maggio la maggioranza di Governo. Il lavoro di mediazione di Giuseppe Conte, in merito al Dl Scuola, ha avuto la meglio ed evitato una netta spaccatura in seno a Palazzo Chigi. Il governo giallorosso, dunque, continua a respirare. Ma per il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, la vittoria sa di amarezza. “Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola. Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito”, ha dichiarato la titolare del Miur.
Il ministro dell’Istruzione ha assorbito rapidamente una vittoria amara e, ai microfoni dei cronisti, si è dichiarata soddisfatta per l’accordo raggiunto. Bel viso a cattivo gioco, come si suol dire. E del resto la Azzolina continua a contare sul pieno sostegno del Movimento 5 Stelle: proprio i pentastellati, stranamente in accordo con i renziani di Italia Viva, hanno insistito sulla strada tracciata dalla titolare del Miur. Con quest’ultima che è stata a un passo dall’essere protagonista di un rimpasto di governo. Anche per ‘sua volontà’ dato che, come ricostruito da La Repubblica, la Azzolina era prossima a rimettere il mandato.
Secondo quanto deciso nel vertice notturno resta la prova selettiva in entrata per l’assunzione dei 32mila insegnanti. Si terrà però dopo l’estate e sarà in forma scritta, con con consegna di un elaborato, senza il quiz a risposta chiusa. Nel frattempo, i 32mila insegnanti di scuola media e superiore entreranno in cattedra a tempo determinato direttamente dalle graduatorie d’istituto, che dovranno essere aggiornate. E dal primo settembre potranno entrare in servizio.
Sul tema è intervenuta anche Anna Ascani, in quota Pd. Il viceministro all’Istruzione si dice soddisfatta: “Noi pensavamo che le crocette non fossero un sistema di selezione adeguato e la pandemia ha cambiato tutto il quadro”