Attraverso le colonne de “Il Corriere dello Sport” Mario Sconcerti si è espresso in merito a Cristiano Ronaldo.
Ecco le sue parole:
«Forse i tre anni che Cristiano Ronaldo ha giocato in Italia lo hanno quasi normalizzato ai nostri occhi di spettatori amanti solo della Grande Fantasia, quella vicina all’impossibile. Fosse rimasto in Europa ce lo saremmo soltanto immaginato, lo avremmo applaudito ai gol in Champions visti in tv e gli avremmo conservato il fascino che si deve agli sconosciuti. Oggi sappiamo tutto di lui. Sappiamo che è un uomo, e non ci basta più. Forse è questa confidenza che porta a dare normalità alle cose che continua a fare. I gol in Champions sono un’impresa anche per un fuoriclasse, ma passano gli anni e Ronaldo continua a renderli naturali. Ronaldo è senza dubbio più il grande attaccante nella storia del calcio. Ce ne sono stati altri bravi quasi quanto lui, ma nessuno è stato lui. Questa è aritmetica, semplice fisiologia: Ronaldo è stato qualcosa di più. E allora, direte, Maradona, Pelè, Cruyff, Rivera, Di Stefano, Baggio? Sono stati altre cose, più universali e fascinose, ma avevano altri compiti. Erano i favolosi numeri dieci, si distinguevano perché rendevano dal nulla una squadra vincente. Pelè con il Santos, Maradona con il Napoli, Di Stefano con il Real. Cruyff è il Bonaparte della rivoluzione olandese, ma dubito che senza Cruyff ci sarebbe stata l’Olanda. Il limite di Ronaldo, quello che lo tiene un minimo ai margini della gente, è che non ha inventato niente. Ha fatto vincere tutte le grandi squadre in cui ha giocato, ma erano».